M. Butterfly
M. Butterfly
Durata
101
Formato
Regista
Reneé Gallimard (Jeremy Irons), diplomatico francese trasferito a Pechino, si invaghisce perdutamente della cantante lirica Song Liling (John Lone). Per lei comprometterà matrimonio e carriera e, anni dopo, scoprirà una verità sconcertante che porterà a un tragico epilogo.
Adattando la pièce teatrale di David Henry Hwang, ispirata a un fatto realmente accaduto, David Cronenberg realizza un apologo sull'incontro/scontro tra culture: manipolando la fonte primaria di ispirazione (la Madama Butterfly di Puccini), il regista attua un radicale capovolgimento di prospettiva, affidando il ruolo del carnefice all'apparentemente mite e remissiva Liling, orientale che si oppone all'ingerenza straniera, e confinando l'europeo, maschilista e prevaricante Gallimard in una torre d'avorio che sarà la sua rovina. Alla lettura politica si sovrappone quella amorosa e sessuale: il potere dell'illusione è quanto di più pericoloso possa esistere nella visione cronenberghiana, in quanto fonte di proiezioni e soggettività che, mutando e plasmando l'oggetto della passione, non potranno mai corrispondere al reale. E quest'illusione, che pervade il film ad ogni livello, si lega al memorabile finale, metafora della vita che si fa finzione, o della finzione che diventa vita. Stratificato e stilisticamente ineccepibile, ai limiti del glaciale (forse persino troppo, considerando la materia di base), con interpreti all'altezza (notevole John Lone). Fotografia di Peter Suschitzky, musiche di Howard Shore.