Il mostro è in tavola... barone Frankenstein

Il barone Frankenstein (Udo Kier) intende rifondare la razza umana facendo accoppiare due novelli Adamo ed Eva che egli stesso ha creato. Frankenstein ha anche una moglie che gli è ben poco fedele e due respingenti figli.

Rispetto all'altro film girato da Morrissey in Italia, Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! (1974), sempre incentrato in maniera strampalata su un personaggio cardine dell'horror, il livello è decisamente più basso. Alla rilettura parodica al fulmicotone, gustosa e piena di invenzioni, di Dracula si sostituisce infatti una rivisitazione della celebre creatura di Mary Shelley più pecoreccia e superficiale, che parte da analoghe premesse kitsch, sulla carta tutt'altro che povere di stimoli e sgradevoli, ma finisce col flirtare in modo sfacciato col trash puro e semplice, buttandola in caciara attraverso l'esibizione gratuita di effettacci sanguinolenti e ammiccamenti degni di certa commedia sexy all'italiana. Straniante e poco riuscita, tra l'altro, la commistione forzata di tali elementi più commerciali con lo sguardo contemplativo e radicale del regista, che si prende i suoi tempi e finisce col gravare sul film zavorrandolo ancor di più. Ci sono anche i dialoghi firmati da Tonino Guerra, il cui contributo è tangibile ma tirando le somme piuttosto impalpabile, visto che il film non aveva sceneggiatura. Titoli alternativi Usa: Andy Warhol's Frankenstein e Flesh for Frankenstein.