Il cagnaccio dei Baskerville
The Hound of the Baskervilles
Durata
85
Formato
Regista
Un cane sta decimando tutti gli eredi maschi di una nobile famiglia. Il detective Sherlock Holmes (Peter Cook) e il suo fido assistente Watson (Dudley Moore) devono risolvere l'inghippo, tra situazioni paradossali, sedicenti medium e presenze femminili pericolose.
Morrissey, quasi in principio di anni '80, si cimenta con una parodia sulla carta scalmanata ma di fatto pedestre e risibile de Il mastino dei Baskerville di Conan Doyle, in cui non si ride mai e si rimpiange a più riprese Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (1975) di Gene Wilder, precedente di appena tre anni. Il regista dirige su commissione un canovaccio discutibile che non è per niente nelle sue corde finisce ben presto col ridursi allo sterile e ammuffito gigionismo di un Dudley Moore impegnato in un doppio ruolo (Watson e, travestito, la mamma di Holmes). Soffocato, oltretutto, da una progressione narrativa che inanella sketch e situazioni in un crescendo di negatività sempre più desolante. La sciatteria decisamente dalle parti del ridicolo della scrittura si traduce in una messa in scena e in delle caratterizzazioni altrettanto discutibili, che suscitano reazioni a metà tra la tenerezza, il fastidio e l'avvilimento.
Morrissey, quasi in principio di anni '80, si cimenta con una parodia sulla carta scalmanata ma di fatto pedestre e risibile de Il mastino dei Baskerville di Conan Doyle, in cui non si ride mai e si rimpiange a più riprese Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (1975) di Gene Wilder, precedente di appena tre anni. Il regista dirige su commissione un canovaccio discutibile che non è per niente nelle sue corde finisce ben presto col ridursi allo sterile e ammuffito gigionismo di un Dudley Moore impegnato in un doppio ruolo (Watson e, travestito, la mamma di Holmes). Soffocato, oltretutto, da una progressione narrativa che inanella sketch e situazioni in un crescendo di negatività sempre più desolante. La sciatteria decisamente dalle parti del ridicolo della scrittura si traduce in una messa in scena e in delle caratterizzazioni altrettanto discutibili, che suscitano reazioni a metà tra la tenerezza, il fastidio e l'avvilimento.