Nessuna festa per la morte del cane di Satana

Satansbraten

Anno

Paese

Rft

Durata

112

Formato


Walter Kranz (Kurt Raab) è un intellettuale non più sulla breccia, in stallo creativo, ma che continua ancora a definirsi tale e a farlo pesare agli altri. Intorno a lui, oltre a svariati altri personaggi, si muovono una moglie obesa e autoritaria, Luise (Helen Vita), e un fratello fuori di testa, Ernst (Volker Spengler), che colleziona mosche.

Il film più pacchiano e fuori di testa di Fassbinder consiste in una ronda di personaggi tanto coloriti quanto prigionieri di un disegno caotico, che s'accartoccia su se stesso, estinguendo nella cosciente confusione qualsiasi potenziale. Per qualcuno il film è da leggere in chiave metafisica, e parlerebbe, naturalmente, delle frustrazioni e dei fallimenti dell'intellettuale, foraggiato da una borghesia miope e sboccata. In Nessuna festa per la morte del cane di Satana, i personaggi percorrono l'unica strada che Fassbinder continua lucidamente a fargli perseguire, quella dell'abbandono di ogni razionalità. Il sottotesto, però, è reso nullo da un film inutilmente rutilante, di furibonda sciatteria. Sicuramente non all'altezza dell'autore che è passato da opere sperimentali ed equilibrate come Perché il signor R è diventato matto? (1970) a melodrammi affascinanti come Le lacrime amare di Petra von Kant (1972).


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