Pazzi, pupe e pillole

Jerome Littlefield (Jerry Lewis), inserviente presso la clinica Whitestone, soffre di “empatia nevrotica da identificazione”, disturbo che gli provoca gli stessi sintomi dei pazienti con cui entra in contatto. Un giorno viene ricoverata l'aspirante suicida Susan Andrews (Susan Oliver), vecchio e segreto amore ai tempi del liceo, e Jerome si rende conto che tutti i suoi problemi derivano dalla passione mai sopita per la ragazza: l'aiuterà a ritrovare la gioia di vivere.

Se si sceglie di ignorare l'assurda traduzione italiana del titolo (e si tiene a mente il ben più consono originale The Disorderly Orderly) , si noterà con una certa facilità come questo prodotto sia un irresistibile veicolo comico per Jerry Lewis, ben orchestrato dalla regia ferma di Frank Tashlin, che qui è anche artefice unico della sceneggiatura. La pellicola non figura tra le più famose della star comica americana, ma è certamente una delle più sottovalutate: l'idea di ambientare il tutto all'interno di una clinica ospedaliera è solo uno dei tanti interventi brillanti che permettono la naturale proliferazione di gag e siparietti (alcuni riusciti, altri meno), senza per questo eccedere o andare sopra le righe; anzi, il talento di Lewis è così giostrato da rischiare quasi l'implosione, data la sua natura funambolica e senza argini. Insomma, una ritrovata vena comica inserita in un contesto cinematografico finalmente equilibrato, anche se non scevro da qualche pomposa banalità. Colonna sonora di Joseph J. Lilley, fotografia di W. Wallace Kelley.