Piccolo grande uomo

Little Big Man

Dove vederlo

Rai Movie - 08/12 ore 21:10

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

139

Formato

Regista

Vita e avventure di Jack Crabb (Dustin Hoffman), ultimo superstite della leggendaria battaglia di Little Bighorn. Rapito da una tribù di cheyenne all'età di dieci anni, il protagonista trascorrerà un'esistenza continuamente in bilico tra indiani e visi pallidi. Senza mai radicarsi davvero in una delle due culture.

È il film più popolare (ma non il migliore) di Arthur Penn e quello che dopo Gangster Story (1967) ha contribuito a consolidarne la statura autoriale; ma è anche un'opera decisiva nell'evoluzione del genere western, giunto nel 1970 a un cruciale punto di svolta. Già negli anni '50 e '60 alcune pellicole seminali, come L'ultimo Apache (1954) di Robert Aldrich, avevano iniziato a guardare agli Indiani d'America con occhi diversi. È tuttavia con questo film e con il coevo Soldato blu (1970) che il ribaltamento di prospettiva si compie in modo definitivo, sulla spinta dei profondi mutamenti sociopolitici in atto nella cultura americana. Gli indiani non sono più visti come nemici senza nome da abbattere ma come figure nobili, quasi idealizzate, portatrici di valori di pace, giustizia, fratellanza e rispetto per la natura. La civiltà dei bianchi, al contrario, esce malissimo dallo scontro, smascherata nei suoi connotati di ipocrisia, avidità e violenza. Tratto da un romanzo di Thomas Berger, il film rivela poi una seconda chiave di lettura nella sua cornice di racconto orale, trasmesso da un ultracentenario Crabb al magnetofono di un antropologo. La picaresca, incredibile sequela di accadimenti narrata dal protagonista lascia supporre che non sempre la verità coincida con il contenuto del racconto, aprendo più di un legittimo dubbio sulla veridicità di tali fonti. Un po' troppo lungo, ma ugualmente coinvolgente e forte di diverse sequenze da ricordare. Eccellenti tutte le interpretazioni, con una menzione speciale per Faye Dunaway e per un grande Richard Mulligan nei panni del Generale Custer. Magnifico l'apparato figurativo, ispirato agli oli di Frederic Remington.
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