Ragazzi della notte
Durata
102
Formato
Regista
Vita notturna nei locali più trendy in riva al lago di Garda, dove storie di giovani festaioli si intrecciano tra drammi e amori, mentre una troupe televisiva documenta la movida.
Indegno tentativo di Calà di farsi sguardo rappresentante delle giovani generazioni, tra divertimenti sfrenato, alcol, sesso e grandi temi esistenziali: l'ambizione del regista è quella di raccontare, dall'alto della propria esperienza di nottambulo, le varie sfaccettature del disagio giovanile. Il risultato è una pietosa accozzaglia di volti noti della peggiore tv che si incontrano e scontrano da una discoteca all'altra: da Alessia Merz in reggiseno a Walter Nudo capellone e spacciatore, da Samantha De Grenet nei succinti panni della reporter a Valerio Staffelli sbruffone noleggiatore di macchine. Con agghiaccianti segmenti di ostentata demenzialità (la parentesi con il sensitivo Solange è di raccapricciante volgarità, per non parlare del sessismo vomitevole riservato al transessuale Giovanna) e, naturalmente, la partecipazione del “mattatore” Calà nel ruolo di se stesso, come sempre acclamato dalle folle e concupito dalle fanciulle (tra cui un'imberbe Maria Monsè). Irritante la morale perbenista con cui Calà infila, tra una palpata e un ballo sexy, perle antiabortiste, tematiche seriose (la giovane in coma causa incidente post-serata) o ributtanti insegnamenti alle nuove generazioni: divertirsi è bello, ma senza esagerare. Semplicemente pietoso Sergio Vastano nei panni del manager trafficone “Adrenalina” e c'è spazio anche per una giovane e spaesata Victoria Cabello. Location di raro squallore ed economia persino di comparse. Un orrore.
Indegno tentativo di Calà di farsi sguardo rappresentante delle giovani generazioni, tra divertimenti sfrenato, alcol, sesso e grandi temi esistenziali: l'ambizione del regista è quella di raccontare, dall'alto della propria esperienza di nottambulo, le varie sfaccettature del disagio giovanile. Il risultato è una pietosa accozzaglia di volti noti della peggiore tv che si incontrano e scontrano da una discoteca all'altra: da Alessia Merz in reggiseno a Walter Nudo capellone e spacciatore, da Samantha De Grenet nei succinti panni della reporter a Valerio Staffelli sbruffone noleggiatore di macchine. Con agghiaccianti segmenti di ostentata demenzialità (la parentesi con il sensitivo Solange è di raccapricciante volgarità, per non parlare del sessismo vomitevole riservato al transessuale Giovanna) e, naturalmente, la partecipazione del “mattatore” Calà nel ruolo di se stesso, come sempre acclamato dalle folle e concupito dalle fanciulle (tra cui un'imberbe Maria Monsè). Irritante la morale perbenista con cui Calà infila, tra una palpata e un ballo sexy, perle antiabortiste, tematiche seriose (la giovane in coma causa incidente post-serata) o ributtanti insegnamenti alle nuove generazioni: divertirsi è bello, ma senza esagerare. Semplicemente pietoso Sergio Vastano nei panni del manager trafficone “Adrenalina” e c'è spazio anche per una giovane e spaesata Victoria Cabello. Location di raro squallore ed economia persino di comparse. Un orrore.