Schegge di follia
Heathers
Durata
103
Formato
Regista
Due adolescenti (Winona Ryder e Christian Slater) stanchi delle ipocrisie e del bullismo a cui assistono a scuola, decidono di uccidere la ragazza più popolare inscenandone il suicidio. L’effetto però non è quello sperato perché le angherie dei compagni non si fermano e i due giovani assassini si rimettono all’opera.
In bilico tra il drammatico e il grottesco, la pellicola diretta da Michael Lehmann è un ibrido funzionale, enigmatico e seducente nella sua ambiguità. Le dinamiche sociali degli adolescenti vengono ritratte con una certa caricatura ma l’estremizzazione dei tipi umani e dei loro comportamenti rientra nel canone della commedia nera che vuole far sorridere amaramente su questioni serie e reali. Il suicidio giovanile, il bullismo e la violenza psicologica negli ambienti scolastici, l’assenza dell’educazione famigliare: il film riesce a tenere insieme questa complessità tematica conservando un tono ironico e facendosi divertito portavoce del malessere esistenziale delle nuove generazioni, per mostrare gli esiti sanguinolenti di una follia che non conosce motivazione se non quella della pressione sociale che spinge i membri delle nuove generazioni a essere sempre più belli, popolari e ammirati (tra l’altro in un epoca pre-socialnetwork, in un mondo dove internet e la tecnologia non erano ancora onnipresenti). Infatti, l’ingenuo personaggio della giovanissima Ryder rappresenta quella parte della personalità in formazione che soccombe al fascino dei caratteri forti (Slater): lo sviluppo è costruito in modo intelligente ma tutto diventa troppo esplicito nell’ultimo dialogo tra i due carnefici che, pur contenendo grandi e impietose verità sull’educazione e sulla società americana contemporanea, depotenzia il messaggio e alla riflessione profonda si sostituisce una conclusione positiva che, anche se apprezzabile, non è all’altezza del drammatico cinismo che pervade il resto della visione.
In bilico tra il drammatico e il grottesco, la pellicola diretta da Michael Lehmann è un ibrido funzionale, enigmatico e seducente nella sua ambiguità. Le dinamiche sociali degli adolescenti vengono ritratte con una certa caricatura ma l’estremizzazione dei tipi umani e dei loro comportamenti rientra nel canone della commedia nera che vuole far sorridere amaramente su questioni serie e reali. Il suicidio giovanile, il bullismo e la violenza psicologica negli ambienti scolastici, l’assenza dell’educazione famigliare: il film riesce a tenere insieme questa complessità tematica conservando un tono ironico e facendosi divertito portavoce del malessere esistenziale delle nuove generazioni, per mostrare gli esiti sanguinolenti di una follia che non conosce motivazione se non quella della pressione sociale che spinge i membri delle nuove generazioni a essere sempre più belli, popolari e ammirati (tra l’altro in un epoca pre-socialnetwork, in un mondo dove internet e la tecnologia non erano ancora onnipresenti). Infatti, l’ingenuo personaggio della giovanissima Ryder rappresenta quella parte della personalità in formazione che soccombe al fascino dei caratteri forti (Slater): lo sviluppo è costruito in modo intelligente ma tutto diventa troppo esplicito nell’ultimo dialogo tra i due carnefici che, pur contenendo grandi e impietose verità sull’educazione e sulla società americana contemporanea, depotenzia il messaggio e alla riflessione profonda si sostituisce una conclusione positiva che, anche se apprezzabile, non è all’altezza del drammatico cinismo che pervade il resto della visione.