S.O.B.

Felix (Richard Mulligan), produttore di una casa cinematografica, si trova per la prima volta di fronte a un flop al botteghino, in seguito alla realizzazione di un musical per bambini interpretato da sua moglie (Julie Andrews). Disperato, cerca di togliersi la vita ma, poco dopo, gli balena nella mente un'idea per ritrovare il successo.

S.O.B., acronimo di "Son of a bitch" o "Standard Operational Bullshit", è una commedia nera lucida e corrosiva, cinica nel denunciare l'industria cinematografica hollywoodiana e coraggiosa nel suggerire graffianti spunti autobiografici (Felix è sposato con l'attrice protagonista del musical interpretata da Julie Andrews, moglie di Blake Edwards). Lo sguardo più cattivo e satirico viene abilmente mascherato sotto un velo di humor che vira al grottesco; così facendo, il film non risulta una programmatica invettiva verso lo star system, bensì un'operazione calibrata e splendidamente interpretata. Scavando in profondità, emerge però la rabbia di un regista che si mette in gioco dipingendo un mondo crudele, popolato da falsi amici e falsi amori, in cui non è concesso il minimo errore e dove anche gli artisti più affermati sono sempre in bilico tra la gloria e la depressione. Edwards sembra quasi voler esorcizzare le sue paure e, pur rimanendo fedele alla comicità che lo ha da sempre contraddistinto, condisce il tutto con una regia più vorticosa e appariscente, spalleggiata da una sceneggiatura incalzante e piena di riuscite intuizioni (una su tutte, quella della sequenza in cui Julie Andrews riesce a strapparsi le vesti per mostrare il suo lato più sensuale, abbandonando i panni morigerati dei ruoli del passato). Ultimo film interpretato da William Holden (Tim Culley), che scomparve qualche mese dopo l'uscita in sala della pellicola.