La grande corsa
The Great Race
Durata
160
Formato
Regista
1908. Il perfido professor Fate (Jack Lemmon), affiancato dall'aiutante un po' tonto Carmelo (Peter Falk), e il raffinato gentiluomo in guanti bianchi Leslie (Tony Curtis), accompagnato dalla determinata suffragetta Maggie DuBois, si sfidano in una titanica gara automobilistica che vede i partecipanti partire da New York e raggiungere Parigi, dopo un incredibile viaggio di 22.000 miglia. Schermaglie amorose e mirabolanti avventure in vista.
Spirito avventuroso, romanticismo d'altri tempi e comicità giocata sul linguaggio del corpo: sono questi gli ingredienti fondamentali del tredicesimo lungometraggio di Blake Edwards, raffinato cineasta statunitense fedele a una coerente idea di cinema intriso di sofisticata ironia che è insieme affettuoso omaggio e rielaborazione personale dei classici del passato. Più che a Ernst Lubitsch e Billy Wilder, in questa pellicola dalla deliziosa atmosfera retrò Edwards attinge a piene mani dalle gag del cinema muto realizzando un'opera titanica che, grazie all'ingente budget a disposizione, ripercorre un esotico giro del mondo tra America, Asia ed Europa. Nonostante l'effettiva prolissità (160 minuti), La grande corsa riesce a rinnovare l'entusiasmo dello spettatore giocando la rischiosa carta dell'umorismo d'antan in una cornice narrativa che strizza l'occhio alla fiaba e al cartoon. Anacronistico sì, ma con classe. Ideale per ragazzi e uomini con il risvolto ai pantaloni. Tony Curtis in gran forma, Jack Lemmon da antologia. Il film ha ispirato la famosa serie animata Wacky Races, realizzata dalla coppia Hanna & Barbera alla fine degli anni '60. Oscar al miglior montaggio sonoro più altre quattro nomination (fotografia, montaggio, sonoro, canzone).
Spirito avventuroso, romanticismo d'altri tempi e comicità giocata sul linguaggio del corpo: sono questi gli ingredienti fondamentali del tredicesimo lungometraggio di Blake Edwards, raffinato cineasta statunitense fedele a una coerente idea di cinema intriso di sofisticata ironia che è insieme affettuoso omaggio e rielaborazione personale dei classici del passato. Più che a Ernst Lubitsch e Billy Wilder, in questa pellicola dalla deliziosa atmosfera retrò Edwards attinge a piene mani dalle gag del cinema muto realizzando un'opera titanica che, grazie all'ingente budget a disposizione, ripercorre un esotico giro del mondo tra America, Asia ed Europa. Nonostante l'effettiva prolissità (160 minuti), La grande corsa riesce a rinnovare l'entusiasmo dello spettatore giocando la rischiosa carta dell'umorismo d'antan in una cornice narrativa che strizza l'occhio alla fiaba e al cartoon. Anacronistico sì, ma con classe. Ideale per ragazzi e uomini con il risvolto ai pantaloni. Tony Curtis in gran forma, Jack Lemmon da antologia. Il film ha ispirato la famosa serie animata Wacky Races, realizzata dalla coppia Hanna & Barbera alla fine degli anni '60. Oscar al miglior montaggio sonoro più altre quattro nomination (fotografia, montaggio, sonoro, canzone).