La stazione

Domenico (Sergio Rubini) è un capostazione della fermata ferroviaria di un piccolo paesino pugliese. La sua consolidata “routine” e le sue sicurezze vengono sconvolte dall'arrivo della ricca e bella Flavia (Margherita Buy), scappata da una festa dove aveva litigato con il compagno (Ennio Fantastichini) e pronta a partire con il primo treno per Roma.

Basato sulla pièce di Umberto Marino, il film segna l'esordio di Sergio Rubini dietro la macchina da presa. Si percepisce come l'attore faccia riferimento alle atmosfere dell'universo “noir italiano”, ma rimanga troppo attaccato agli schermi tipici del genere, senza mai tentare una strada davvero personale. Non mancano i momenti avvincenti (molti dei quali quando Fantastichini è in scena), ma i dialoghi sono piuttosto superficiali e gli attori appaiono più efficaci dei personaggi che interpretano. Ne risulta un'opera prima piuttosto onesta che, però, non esce mai (è proprio il caso di dirlo) dai binari prestabiliti.