La strana voglia di Jean
The Prime of Miss Jean Brodie
Premi Principali
Oscar alla miglior attrice protagonista 1970
Durata
116
Formato
Regista
Miss Jean Brodie (Maggie Smith), nonostante sia adorata dalle sua allieve, non è ben vista dagli altri insegnanti dell'istituto femminile in cui è docente, che la accusano per i suoi metodi poco ortodossi di insegnamento, oltre che per le sue ideologie fasciste. Ben presto i risultati dell'operato di Miss Jean saranno evidenti, con conseguenze in alcuni casi irreparabili.
Presentato in concorso al 22° Festival di Cannes, La strana voglia di Jean, tratto dall'omonimo romanzo di Muriel Spark, è un'opera intensa e coinvolgente, con una strepitosa Maggie Smith, che, oltre al premio Oscar, ha ottenuto una nomination al Golden Globe. La pellicola di Ronald Neamie è apprezzabile sotto diversi aspetti: la sceneggiatura è ben studiata, come del resto l'ambientazione, che ben rende l'idea di un collegio austero e conservatore degli anni '30, anche se il vero valore aggiunto è proprio l'attrice protagonista, che porta in scena un'insegnante che ostenta cultura e sicurezza, ma che in realtà è sovrastata dalle sue fragilità. Da una prima parte leggera, ricca d'arte e di relazioni amorose, anche clandestine, si passa a un secondo atto in cui a vincere è il dramma, con la figura sempre più ambigua e torreggiante di Miss Brodie che domina la scena. I registri si equilibrano piuttosto bene, anche se non manca qualche momento di stanca di troppo, soprattutto nella imperfetta parte centrale. Stupida la traduzione italiana del titolo che rimanda a un immaginario pruriginoso e fuorviante.
Presentato in concorso al 22° Festival di Cannes, La strana voglia di Jean, tratto dall'omonimo romanzo di Muriel Spark, è un'opera intensa e coinvolgente, con una strepitosa Maggie Smith, che, oltre al premio Oscar, ha ottenuto una nomination al Golden Globe. La pellicola di Ronald Neamie è apprezzabile sotto diversi aspetti: la sceneggiatura è ben studiata, come del resto l'ambientazione, che ben rende l'idea di un collegio austero e conservatore degli anni '30, anche se il vero valore aggiunto è proprio l'attrice protagonista, che porta in scena un'insegnante che ostenta cultura e sicurezza, ma che in realtà è sovrastata dalle sue fragilità. Da una prima parte leggera, ricca d'arte e di relazioni amorose, anche clandestine, si passa a un secondo atto in cui a vincere è il dramma, con la figura sempre più ambigua e torreggiante di Miss Brodie che domina la scena. I registri si equilibrano piuttosto bene, anche se non manca qualche momento di stanca di troppo, soprattutto nella imperfetta parte centrale. Stupida la traduzione italiana del titolo che rimanda a un immaginario pruriginoso e fuorviante.