1963: Peter Miller (Jon Voight), giornalista, per fare il salto di qualità nel suo lavoro decide di iniziare a indagare su un ex comandante delle SS naziste, Eduard Roschmann (Maximilian Shell), del quale si sono perse le tracce. L'organizzazione Odessa sta nascondendo l'uomo dietro a una nuova identità, ma Miller ha agganci importanti che lo aiuteranno nella sua ricerca.

Muovendo i passi dall'omonimo romanzo (1972) di Frederick Forsyth, Ronald Neame sembra tornare ai toni de L'uomo che non è mai esistito (1956), dando vita a un'opera non semplice, ambiziosa, ma non del tutto riuscita. Una pellicola dalle potenzialità buone e non del tutto sfruttate, persa tra troppi personaggi e uno script, non sempre efficace, che non riesce a sfrondare a dovere il testo di origine. Neame, poi, non ha quel piglio registico disinvolto che possa rendere la vicenda accattivante dal punto di vista visivo. Il cast è di buon livello, ma manca il ritmo incalzante che avrebbe permesso una resa migliore.
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