Prima guerra mondiale: il musicista francese Paul Renard (Phillips Holmes) uccide il soldato tedesco Walter Holderlin (Tom Douglas). In preda al rimorso, Paul decide di chiedere perdono alla famiglia dell'ucciso (Lionel Barrymore e Louise Carter), ma non riesce a confessare la sua colpa e si finge amico di Walter. Paul si innamorerà, ricambiato, di Elsa (Nancy Carroll), fidanzata di Walter e sarà accolto dagli Holderlin come un figlio adottivo: ma il ricordo di ciò che ha fatto lo perseguita.

Uno dei pochi film drammatici firmati da Lubitsch e un ritorno alla Germania abbandonata quasi un decennio prima. Un film profondamente antimilitarista e un melodramma lacrimevole, abile nell'evitare di cadere nel patetismo più spinto e ricattatorio, ma al contempo capace solo in parte di appassionare e creare un rapporto empatico con lo spettatore. Lubitsch stempera ma non rinuncia a tocchi di umorismo, benché sia più interessato a denunciare, tra le righe, le avvisaglie di un crescente nazionalismo e di machiavelliche giustificazioni alla guerra (messe in bocca, non a caso, all'unica “istituzione” presente, il prete) che sembrano preannunciare l'avvento del nazionalsocialismo. Tratto dal dramma L'Homme que j'ai tué (1930) di Maurice Rostand, il film uscì inizialmente con il titolo The Man I Killed, poi cambiato in Broken Lullaby (ninnananna interrotta), riferimento alla musica e alla perdita (della vita per Walter, dell'innocenza per Paul e Elsa) come elementi che uniscono i tre personaggi principali.
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