La tigre e la neve
Durata
114
Formato
Regista
Attilio (Roberto Benigni) è un professore di poesia, innamorato della critica letteraria Vittoria (Nicoletta Braschi), che lo snobba. L'uomo cerca di conquistarla con ogni mezzo, ma la donna non cede. Partita per Baghdad in periodo di guerra insieme a Fuad (Jean Reno), un poeta iracheno amico di entrambi, Vittoria viene ferita alla testa in un bombardamento. Attilio non può far altro che seguirla per trovare il modo di salvarla.
Dopo il nefasto Pinocchio (2002), Roberto Benigni prova a mescolare commedia e tragedia ma l'idillio trovato con La vita è bella (1997) è ormai un pallido ricordo. Stucchevole nel romanticismo da soap opera e nella retorica ricattatoria, il film ha la pretesa di trattare l'inutilità della guerra, la speranza a ogni costo, l'amore in grado di sconfiggere ogni difficoltà. Il risultato è una fiction indigesta in cui non brilla nemmeno la verve comica del regista toscano. La forza della poesia e il fascino della parola non trovano un adeguato supporto nello script della rodata coppia Benigni-Vincenzo Cerami. Nicoletta Braschi, che non ha mai brillato per talento artistico, risulta persino irritante, Benigni insopportabile nella sua premeditata autoindulgenza. Piccola parte per Tom Waits che canta You Can Never Hold Back the Spring nella sequenza del sogno. Uno dei peggiori film dell'anno per buona parte della critica internazionale. «A scorching affront to Italians, Iraqis and the intelligence of movie audiences everywhere» (Jeannette Catsoulis, The New York Times, 2005).
Dopo il nefasto Pinocchio (2002), Roberto Benigni prova a mescolare commedia e tragedia ma l'idillio trovato con La vita è bella (1997) è ormai un pallido ricordo. Stucchevole nel romanticismo da soap opera e nella retorica ricattatoria, il film ha la pretesa di trattare l'inutilità della guerra, la speranza a ogni costo, l'amore in grado di sconfiggere ogni difficoltà. Il risultato è una fiction indigesta in cui non brilla nemmeno la verve comica del regista toscano. La forza della poesia e il fascino della parola non trovano un adeguato supporto nello script della rodata coppia Benigni-Vincenzo Cerami. Nicoletta Braschi, che non ha mai brillato per talento artistico, risulta persino irritante, Benigni insopportabile nella sua premeditata autoindulgenza. Piccola parte per Tom Waits che canta You Can Never Hold Back the Spring nella sequenza del sogno. Uno dei peggiori film dell'anno per buona parte della critica internazionale. «A scorching affront to Italians, Iraqis and the intelligence of movie audiences everywhere» (Jeannette Catsoulis, The New York Times, 2005).