Giovane e stralunato disoccupato che si mantiene grazie a piccoli furti, Loris (Roberto Benigni), quando nella zona in cui abita viene ritrovato l'ennesimo cadavere di donna, si trova a essere il principale indiziato dei brutali omicidi, in seguito a malintesi e strane coincidenze. Per incastrarlo, l'agente Jessica Rossetti (Nicoletta Braschi) viene incaricata di provocarlo in ogni modo per stimolare il suo presunto istinto di maniaco sessuale.

Si dice che la malizia stia negli occhi di chi guarda e Roberto Benigni fa propria questa affermazione ponendola alla base del film. Il regista toscano gioca con il “cinema da paura”, prendendo spunto da fatti di cronaca per evidenziare le brutture della vita di tutti i giorni attraverso un processo che incrocia farsa degli equivoci e comicità surreale. Molto intelligente il ribaltamento di prospettiva con cui Benigni evidenzia i rapporti tra vittima e carnefice: persona gretta, dispettosa ed egoista, racchiude tutta la "mostruosità" delle piccole idiosincrasie quotidiane, mentre il vero colpevole è un insospettabile. In un quadro narrativo basico ed elementare, i momenti di genuino divertimento non mancano (la scena dei manichini, ad esempio) anche se il minutaggio è un po' eccessivo. Gli originali titoli di testa, animati da Franco Matticchio, richiamano alla mente quelli di DePatie-Freleng per la serie de La pantera rosa. Pimpante sceneggiatura di Benigni e Vincenzo Cerami e ottima performance del comico toscano in un ruolo che esalta la sua istrionica capacità mimica.
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