Argentina, 1978. La diciottenne Maria (Antonella Costa), attivista militante di un'organizzazione clandestina che si oppone alla dittatura, viene arrestata e rinchiusa in un sotterraneo chiamato "Garage Olimpo", dove viene brutalmente torturata. Tra i suoi aguzzini c'è anche Felix (Carlos Echevarría), un timido ragazzo che aveva affittato una camera a casa di Maria e si era innamorato di lei.

È un'opera di grande potenza, Garage Olimpo, una pellicola sentita e che ha tanto a che fare con il passato di Marco Bechis, espulso dall'Argentina nel 1977 e scampato alla situazione vissuta dalla protagonista del suo film. Non si tratta però soltanto di un grido di denuncia dal sapore politico, ma anche di una profonda riflessione sulla brutalità che può raggiungere la natura umana, anche (e forse soprattutto) nei confronti delle persone che si conoscono e che, forse, si amano. Attraverso una messinscena essenziale e rigorosa, Bechis pone una serie di profonde questioni morali di notevole spessore e sono queste, ancor più delle immagini, a scuotere uno spettatore che non può che rimanere coinvolto e angosciato dal primo all'ultimo minuto. Un film importante, scritto dal regista insieme a Lara Fremder.
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