Tu mi turbi
Durata
96
Formato
Regista
Film in quattro episodi. In Durante Cristo... Giuseppe (Carlo Monni) e Maria (Nicoletta Braschi) devono uscire per cena e lasciano il piccolo Gesù insieme al pastore Benigno (Roberto Benigni); in Angelo Benigno cerca disperato il suo angelo custode (Olimpia Carlisi); in In banca Benigno vuole comprare un appartamento, ma deve chiedere un prestito in banca e ottenerlo non è semplice; ne I due militi Benigno e un suo collega (Claudio Bigagli) scherzano facendo la guardia alla fiamma dell'Altare della Patria e arrivano a dimostrare l'esistenza di Dio.
Esordio dietro la macchina da presa per Roberto Benigni, Tu mi turbi è costituito da segmenti apparentemente privi di un filo conduttore che li unisca tra loro ma, in realtà, tutti gli episodi sono accomunati dal riferimento religioso: Gesù Bambino, l'angelo custode, il direttore della banca si chiama Diotaiuti e la dimostrazione della presenza divina. Lo spunto non trova però uno svolgimento organico e il fil rouge cristiano appare più che altro un pretesto per giustapporre quattro storielle troppo esili per costituire un lungometraggio degno di nota. I capitoli più riusciti sono il primo e il terzo, in cui si intravedono alcune delle costanti della comicità dell'autore: il mondo del surreale, il gioco con le parole e la candida ingenuità. Sceneggiatura di Roberto Benigni e Giuseppe Bertolucci. Piacevole colonna sonora di Paolo Conte.
Esordio dietro la macchina da presa per Roberto Benigni, Tu mi turbi è costituito da segmenti apparentemente privi di un filo conduttore che li unisca tra loro ma, in realtà, tutti gli episodi sono accomunati dal riferimento religioso: Gesù Bambino, l'angelo custode, il direttore della banca si chiama Diotaiuti e la dimostrazione della presenza divina. Lo spunto non trova però uno svolgimento organico e il fil rouge cristiano appare più che altro un pretesto per giustapporre quattro storielle troppo esili per costituire un lungometraggio degno di nota. I capitoli più riusciti sono il primo e il terzo, in cui si intravedono alcune delle costanti della comicità dell'autore: il mondo del surreale, il gioco con le parole e la candida ingenuità. Sceneggiatura di Roberto Benigni e Giuseppe Bertolucci. Piacevole colonna sonora di Paolo Conte.