Vidas secas
Vidas secas
Durata
115
Formato
Regista
Primi anni Quaranta. La famiglia di Fabiano (Átila Iório) e Vitória (Maria Ribeiro) vaga per una zona desertica cercando un posto dove riparare. Occupano una casa e iniziano a lavorare il terreno su commissione, nella speranza di guadagnare abbastanza da poter vivere degnamente.
Dopo il bel dittico urbano dedicato a Rio de Janeiro, Nelson Pereira dos Santos porta il suo sguardo alla provincia ispirandosi a un romanzo di Gracilano Ramos. Opera realista che mostra la miseria e la fatica dei suoi protagonisti senza morbosità. Vite “secche” non solo per via della siccità a cui vanno incontro, ma anche per l’impossibilità di miglioramento che rende le loro speranze tragicamente sterili. Il film ha infatti una struttura circolare, ma se nell’incipit si vede la famiglia avvicinarsi, nel finale si allontana fino a sparire alla vista, lasciando lo spettatore con un’amara didascalia tratta dal romanzo che sottintende lo spopolamento delle terre e la sconfitta dell’umano contro una natura che non fa sconti. Eppure il regista è attento a rendere evidenti le tensioni tra uomini che, tra poliziotti corrotti e proprietari terrieri profittatori, sono il vero motore della fuga. Molte le scene che riescono a colpire al cuore, dai dialoghi che esplicitano desideri che non osano ambire a nulla più di un letto nuovo, all’inaspettata prospettiva canina nel pre-finale, passando per la litania di uno dei figli, convinto di star vivendo all’inferno. Il regista osa con inquadrature oblique e curate, che non alleviano la sofferenza, bensì ne accrescono la portata.