1914. Un tenente di nome Armand (Gérard Philipe), noto dongiovanni, conquista una ragazza per scommessa (Michèle Morgan), ma finisce per innamorarsi davvero di lei. Prima di poterle confessare il suo sincero sentimento, però, lei scopre l'origine delle attenzioni di Armand nei suoi confronti.

Primo film a colori di René Clair, Grandi manovre fa dell'equilibrio tra i registri il suo principale punto di forza: la commedia lascia spazio al dramma, la felicità alla malinconia, l'amore alla delusione. Il gioco sentimentale si (con)fonde con il “gioco” della guerra, in una pellicola ben calata nel contesto di riferimento, quasi struggente in alcuni momenti e altrettanto godibile in altri. In mezzo, però, c'è qualche sequenza di stanca e alcuni passaggi un po' banalotti che inficiano in parte il risultato finale. Alla sua terza prova diretto da René Clair (dopo La bellezza del diavolo del 1950 e Le belle di notte del 1952), Gérard Philipe regala una delle performance più convincenti della sua intera carriera.
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