Cabiria
1914
Paese
Italia
Generi
Mitologico, Storico
Durata
145 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Giovanni Pastrone
Attori
Italia Almirante-Manzini
Carolina Catena
Bartolomeo Pagano
Lidia Quaranta
Enrico Gemelli
Umberto Mozzato
Dante Testa
Seconda guerra punica: durante un'eruzione dell'Etna, la piccola Cabiria (Carolina Catena da bambina, Lidia Quaranta da grande) viene rapita dai pirati per essere venduta come schiava a Cartagine. Qui viene destinata a essere immolata al dio Moloch come sacrificio umano. Pochi attimi prima di essere uccisa, Cabiria viene salvata da Fulvio Axilla (Umberto Mozzato), una spia romana, e dal suo liberto Maciste (Bartolomeo Pagano), un uomo gigantesco e fortissimo. Diversi anni dopo, divenuta adulta, viene riconosciuta dal sacerdote (Dante Testa) che avrebbe voluto sacrificarla in tenera età. Opera monumentale per costi (circa 1 milione di lire), durata (la versione originale è di 187 minuti), numero di personaggi e comparse in scena, Cabiria rappresenta una tappa nella storia del cinema, fondamentale per lo sviluppo successivo della settima arte: David Wark Griffith, ad esempio, ne riprese l'apparato spettacolare e la tenuta narrativa per Nascita di una nazione (1915) e Intolerance (1916). Mai prima del 1914 si era assistito a un'opera tanto potente, maestosa, “cinematografica”: la grandiosità dell'epica raccontata si coniuga alla perfezione con gli effetti visivi, con le scenografie e con la partitura musicale di Ildebrando Pizzetti. Pastrone, per la prima volta nella storia del cinema, fece un uso sistematico dei movimenti di macchina, con un intento estetico ed espressivo assolutamente nuovo e originale. L'apporto di Gabriele D'Annunzio nella scrittura delle didascalie fu importante per enfatizzare, con termini colti e addirittura aulici, la grandezza figurativa della pellicola. Memorabili diverse sequenze (l'eruzione dell'Etna, il sacrificio a Moloch, Archimede a Siracusa) e personaggi come Maciste (interpretato da Bartolomeo Pagano, un ex scaricatore del porto di Genova) che diventò protagonista di una serie di film successivi e archetipo del “forzuto” nel genere peplum. Il progetto originale prevedeva di girare la pellicola a colori, ma Pastrone dovette abbandonare l'idea a causa delle insormontabili difficoltà tecniche dell'epoca. La durata del film è variabile da copia a copia: la versione originale era di 187 minuti, i diversi restauri l'hanno portata a minutaggi spesso differenti. La versione digitalizzata, per il mercato dell'home video, è di 145 minuti.
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