Homecoming – Candidato maledetto
Homecoming
2005
Paesi
Usa, Canada
Genere
Horror
Durata
58 min.
Formato
Colore
Regista
Joe Dante
Attori
Thea Gill
Jon Tenney
Terry David Mulligan
Beverley Breuer
Robert Picardo
Karen Austin
Alla vigilia delle elezioni in America, David Murch (Jon Tenney), uno degli speech writer del Presidente repubblicano che concorre per il secondo mandato, si confronta in diretta TV con Janet (Beverly Breuer), madre di un soldato morto in guerra. Alle domande della donna sulle motivazioni che hanno portato alla scomparsa del figlio, risponde che vorrebbe vedere tornare il soldato e sentirlo spiegare l'importanza del patrio sacrificio: il problema nasce quando i militari si risvegliano dalla morte con tutt'altra intenzione. Uno degli episodi migliori e più significativi della serie TV Masters of Horror, Homecoming – Candidato maledetto non si limita a esprimere un punto di vista esplicitamente pacifista e anti-repubblicano, ma costruisce un doloroso apologo sulla disumanità bestiale della guerra e sulla cecità del potere politico, che si permette di giocare con le vite dei propri cittadini in nome dello status quo. Bersaglio della feroce critica di Dante sono naturalmente l'amministrazione Bush Jr. (siamo nel 2005) e l'insensata campagna di guerra in Iraq, ma presto il discorso si allarga ai conflitti in generale, comprendendo Vietnam, Corea e Seconda guerra mondiale. Tagliente come non mai, Dante si scaglia contro gli squali guerrafondai di certo conservatorismo americano, costruendone affilate e azzeccatissime parodie (la fanatica Jane Cleaver e l'odioso Kurt Rand ricordano da vicino alcuni personaggi “d'acciaio” come Ann Coulter e Dick Cheney), ma dipinge anche il ritratto di un uomo scisso tra il suo desiderio di vittoria e la pietà umana suscitata dai morti in guerra, tormentato dal riemergere di un terribile trauma infantile. Non mancano i compiacimenti gore e le strizzate d'occhio al maestro del genere zombie George A. Romero (c'è una lapide che lo cita esplicitamente e la scena ambientata nel cimitero sembra tratta da La notte dei morti viventi del 1968), funzionali alla costruzione di un'analisi politica lucidissima, che non perdona nessuna forma di militarismo. Altro fulcro della riflessione politica di Dante è riservato alla poca attenzione per le minoranze (metaforizzate in questo caso dai morti viventi), difficilmente ascoltate e prese in considerazione dalla destra conservatrice, interessata solo a compiacere il ceto wasp. Tra le sequenze più toccanti, l'incontro di un giovane soldato-zombie con una coppia di genitori il cui figlio si trova in Iraq. Un documento quasi indispensabile per capire l'America del post 11/9. Conosciuto anche con (l'orrendo) titolo italiano Candidato maledetto.
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