Frank Machine (Richard Harris) è un minatore che, grazie al suo straordinario atletismo, diventa un grande giocatore di rugby. I successi sportivi, però, non lo renderanno felice a lungo: il suo caratteraccio e la mancanza di affetto da parte della donna che ama (Rachel Roberts) lo condurranno al declino. Folgorante opera prima di Lindsay Anderson, è uno dei massimi risultati raggiunti dal free cinema britannico degli anni Sessanta, di cui Io sono un campione raccoglie le principali ispirazioni poetiche e tematiche. Il protagonista funge da metafora di un'intera società portata al fallimento, vittima di effimeri sogni di gloria e segnata da un destino tragico: Anderson porta avanti i suoi contenuti con forza, ma a colpire è soprattutto il vigore realistico delle immagini, attraversate da una forza estetica impressionante e valorizzate dall'ottimo bianco e nero di Denys Coop. Raramente si è vista una tale consapevolezza drammaturgica in un esordiente. Ispirato a un romanzo di David Storey, il film è diventato celebre anche per la sanguigna e intensa interpretazione di Richard Harris, meritatamente premiato al Festival di Cannes con una Palma d'oro.