Jason Bourne
Jason Bourne
2016
Paese
Usa
Generi
Azione, Thriller
Durata
123 min.
Formato
Colore
Regista
Paul Greengrass
Attori
Matt Damon
Alicia Vikander
Julia Stiles
Tommy Lee Jones
Vincent Cassel
Riz Ahmed
La CIA è stata hackerata e il direttore dell’agenzia Robert Dewey (Tommy Lee Jones), grazie soprattutto al lavoro della sua assistente Heather Lee (Alicia Vikander), scopre che dietro le intercettazioni c’è Nicky Parsons (Julia Stiles) e, di conseguenza, Jason Bourne (Matt Damon). L’ex agente così si troverà costretto a uscire dall’ombra e a fuggire per non farsi catturare.

Quinto capitolo della saga cinematografica di Jason Bourne (il quarto era lo spin-off The Bourne Legacy con Jeremy Renner) che segue gli eventi avvenuti in The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007), diretto dallo stesso Paul Greengrass. L’elemento più emblematico per iniziare ad analizzare Jason Bourne è che Greengrass ha scelto come co-sceneggiatore Christopher Rouse, abituale montatore delle sue pellicole per la prima volta alle prese con la realizzazione di uno script. Una decisione curiosa che diventa il principale motore dei pregi e dei difetti del lungometraggio: l’intera sceneggiatura sembra infatti costruita per far trovare Bourne in situazioni totalmente dinamiche, dove il ritmo e i tagli di montaggio fungano da veri e propri passaggi di copione. Se sul versante visivo il film funziona, è però da quello narrativo che pecca di eccessivi cliché e di una struttura drammaturgica che complessivamente sa troppo di già visto. Il film insegue costantemente la realtà e l’attualità – tanti i riferimenti a Snowden, e non solo – a volte col giusto piglio, altre volte col fiatone. Troppo scontato e non sempre appassionante al punto giusto, soprattutto nella seconda parte, Jason Bourne ha però dalla sua una sequenza da mandare a memoria: le dimostrazioni in piazza ad Atene per protestare contro la crisi. Una scena che è una vera e propria lezione di regia, purtroppo non seguita da altrettanti momenti all’altezza e che rischia così di rimanere un unicum importante all’interno di un progetto complessivamente mediocre e facilmente dimenticabile.
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