Solaris
Solyaris
1972
Paese
Urss
Genere
Fantascienza
Durata
167 min.
Formato
Colore
Regista
Andrej Tarkovskij
Attori
Donatas Banionis
Natal'ja, Bondarčuk
Yuri, Yarvet
Nikolaj Grinko
Vladislav Dvorzhetskiy


Lo scienziato Kris Kelvin (Donatas Banionis) viene incaricato di raggiungere la base orbitante vicino al pianeta Solaris ma, una volta arrivato, si trova di fronte qualcosa che non avrebbe mai potuto prevedere: le radiazioni materializzano esseri umani morti da tempo e Kelvin ritrova l'amata Chari (Natal'ja Bondarčuk), suicidatasi anni prima.

Quella che è stata lanciata come “la risposta sovietica a 2001: Odissea nello spazio (1968)” si è rivelata una delle più importanti pellicole della seconda metà del Novecento, e uno degli apici della carriera di Andrej Tarkovskij. Il regista prende spunto da un romanzo di Stanislaw Lem, adattato per lo schermo insieme a Fridrik Gorenštein, per dare vita a una delle sue opere più ambiziose, magnetiche, ipnotiche. Attraverso una struttura drammaturgica a spirale, che richiama le onde dell'oceano di Solaris, Tarkovskij ci proietta dentro un profondo dibattito morale, che mette a confronto scienza ed etica, filosofia e senso concreto. Tutte categorie rappresentate dai tre scienziati che si muovono in un'astronave ormai trasformata negli abissi del loro inconscio: vittime delle proprie pulsioni, scabrose o affettive che siano, gli uomini sono messi a nudo di fronte a se stessi e a un pianeta che funge da specchio della loro anima. Riflessioni accompagnate da una magnificenza estetica che raramente il cinema ha raggiunto prima: senza cali, dalla prima all'ultima inquadratura si tocca il sublime e si finisce per rabbrividire di fronte alle vette che la settima arte può toccare. Tarkovskij alterna colori e bianco e nero con grande forza espressiva, cita la pittura di Bruegel il Vecchio (Cacciatori nella neve) e sfrutta al meglio le partiture di Johann Sebastian Bach (Preludio corale in fa minore), facendole danzare in un monumentale balletto audiovisivo. Le sequenze memorabili non si contano, ma la scena della levitazione, quella finale e il primo momento in cui Chari si guarda allo specchio fanno venire la pelle d'oca a ogni visione. Il risultato finale è un viaggio negli spazi siderali dell'universo che ha come ultima fermata l'essere umano, con le sue ossessioni e le sue paure, con i suoi ricordi del passato e i suoi timori del futuro. Massacrato dal distributore italiano Dino De Laurentiis, che tagliò tutta la fondamentale prima parte ambientata sulla Terra: fortunatamente l'edizione in dvd gode della versione integrale. Presentato al Festival di Cannes, dove vinse il Premio speciale della giuria. Nel 2002, Steven Soderbergh ha realizzato una nuova versione cinematografica del romanzo di Lem.


Maximal Interjector
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