25/11 Il giorno dell'autodeterminazione – Mishima e i giovani
11·25 jiketsu no hi: Mishima Yukio to wakamono-tachi
2012
Paese
Giappone
Generi
Drammatico, Biografico
Durata
119 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Koji Wakamatsu
Attori
Shinobu Terajima
Hanae Kan
Arata Iura
Shin'nosuke Mitsushima
Hideo Nakaizumi
Gli ultimi anni di vita di Yukio Mishima (Arata Iura), figura chiave della cultura giapponese del Novecento, dalla fondazione del gruppo paramilitare Tatenokai (Associazione degli Scudi) nel 1968 al suicidio rituale compiuto nel Ministero della Difesa giapponese il 25 novembre 1970. Terzo capitolo della cosiddetta “Trilogia Shōwa” (i primi due sono United Red Army e Caterpillar diretti rispettivamente nel 2007 e 2010), il penultimo film di Koji Wakamatsu ricostruisce con taglio misurato e cronachistico la fase finale della vita di Yukio Mishima, delineato come uomo d'azione prima ancora che scrittore e poeta, sullo sfondo di una società carica di attese e in disordinato subbuglio. In questo senso il film di Wakamatsu si pone come controcampo ideale del citato United Red Army, indagando anch'esso — ma stavolta dalla prospettiva opposta della destra conservatrice e nazionalista — l'utopia irresistibile del cambiamento (qui come ritorno al glorioso passato del Giappone Meiji), una tensione violenta e sognante, esauritasi di lì a poco con risultati fallimentari, che nella seconda metà dei Sessanta ha infiammato i cuori dei giovani dissidenti giapponesi. Non sono l'ideologia né il militarismo di Mishima ad affascinare Wakamatsu, cineasta di sinistra che di quello stesso militarismo si era fatto sonoramente beffe nel precedente Caterpillar, bensì la purezza dell'azione e la forza della determinazione: la morte/suicidio di Mishima diventa allora il gesto per eccellenza, istantaneo e irripetibile, affermazione definitiva di sé e rivendicazione estrema del Giappone che fu. Severo e ordinato nella messa in scena, Wakamatsu tende a fotografare più che a narrare, inserisce filmati di repertorio, dà ampio spazio alla parola ed elimina ogni orpello estetico: quando alla fine Mishima enuncia il suo celebre proclama affacciato al Ministero della difesa, Wakamatsu ne è completamente affascinato, lo inquadra dal basso, ne esalta l'animo e ne valorizza la prestanza, e per libera scelta nega il controcampo sulla folla che lo schernisce. Raffinatissimo nella forma e di grande potenza nei contenuti. Presentato a Cannes 2012 nella sezione Un Certain Regard.
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