Čajkovskij (Richard Chamberlain) esegue il suo primo concerto al Conservatorio dove insegna, ottenendo un plauso quasi unanime, con la decisiva eccezione di Rubinstein (Max Adrian), il direttore dell'Istituto. La ricchissima vedova Von Meck (Izabella Telezynska), intanto, diventa la sua mecenate e confidente epistolare, permettendogli di vivere per la sola composizione. Čajkovskij è omosessuale ma quando Nina (Glenda Jackson), una giovane avventuriera, gli confessa per lettera il suo amore decide di sposarla: il matrimonio dura poco, lui non riesce ad averla vicino e lei finisce con l'impazzire. Ma la sua musica diventa sempre più grande.



Ken Russell negli anni Sessanta era diventato famoso in Gran Bretagna per alcune biografie televisive di grandi artisti. Nel passaggio al grande schermo mantiene inviolato il suo interesse e L'altra faccia dell'amore è il primo di una serie di film biografici incentrati su grandi musicisti (seguiranno La perdizione, 1974, su Mahler e Lisztomania, 1975, su Liszt). Ben oltre la cronaca e lo scandalo, il sensazionalismo o la scolasticità, che pure potevano facilmente rientrare in un'opera di questo tipo in mani più superficiali e meno scaltre, il film è un'indagine straordinariamente incandescente e di accecante efficacia dentro la straordinaria sensibilità e potenza del compositore russo, sostenuta da una regia visionaria capace di legare in maniera indissolubile biografia, ossessioni, fantasticherie, traumi del passato e passioni con gli enormi risultati artistici del protagonista, in un connubio di sregolatezza e metodica genialità che lascia attoniti e ammirati, che tramortisce e inorgoglisce lo sguardo di chi guarda. Čajkovskij emerge come esempio estremo e come massimo portavoce del romanticismo, grazie a quella permeabilità tra l'arte e la vita che è espressa in maniera grandiosa sullo schermo e che Russell intende servire quale privilegiato dispositivo cinematografico dal quale far germogliare le proprie pulsioni. Il montaggio calibratissimo, la ricerca di inquadrature robuste ed emblematiche, oltre che perfettamente saldate ai movimenti della colonna sonora, rendono il film un esempio notevolissimo di come trasporre al meglio la vita di un celebre artista sul grande schermo.
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