Violenza senza causa
Gendai sei hanzai zekkyÅ hen: riyÅ« naki bÅkÅ
Durata
71
Formato
Regista
Completamente estranei al fermento politico che li circonda, tre ragazzi (Muraoka Hiroshi, Toshimasa Sakaguchi, Kazuya JÅ) annoiati e insoddisfatti della propria condizione sociale, si abbandonano a violenti stupri e ripetuti atti di voyeurismo. Moriranno violentemente tutti e tre, senza lasciare traccia alcuna.
Scritta in collaborazione con i tre giovani ragazzi protagonisti, Violenza senza causa è una delle pellicole di Wakamatsu in cui si manifesta con più evidenza l'influenza del fÅ«kei-ron, la cosiddetta “teoria del paesaggio” elaborata dal regista Masao Adachi (insieme al critico Masao Matsuda e allo sceneggiatore Mamoru Sasaki) alla fine degli anni Sessanta e alla base di film quali A.K.A. Serial Killer (1969) dello stesso Adachi e Storia segreta del dopoguerra: dopo la guerra di Tokyo (1970) di Nagisa ÅŒshima. Fedele all'idea che il paesaggio, in quanto specchio opprimente del potere dominante, determini la psicologia e le azioni di chi lo percorre, Wakamatsu non cerca mai la condanna dei suoi protagonisti ma, anzi, li osserva con sguardo comprensivo e compassionevole, carnefici ottusi e annoiati ma ancor prima vittime di una insostenibile disparità sociale (che sia reale o solamente percepita non fa differenza) che li conduce a un martirio gratuito e insensato. Dolente e rassegnato nei toni, il soggetto avrebbe meritato maggior sviluppo ma, dopo un incipit promettente, la sceneggiatura gira troppo a lungo a vuoto prima di incanalarsi in un finale che, nonostante sia potenzialmente incisivo, risulta frettolosamente appiccicato. Il titolo internazionale fa il verso al titolo originale del capolavoro generazionale di Nicholas Ray Rebel Without a Cause (1955), in Italia Gioventù bruciata.
Scritta in collaborazione con i tre giovani ragazzi protagonisti, Violenza senza causa è una delle pellicole di Wakamatsu in cui si manifesta con più evidenza l'influenza del fÅ«kei-ron, la cosiddetta “teoria del paesaggio” elaborata dal regista Masao Adachi (insieme al critico Masao Matsuda e allo sceneggiatore Mamoru Sasaki) alla fine degli anni Sessanta e alla base di film quali A.K.A. Serial Killer (1969) dello stesso Adachi e Storia segreta del dopoguerra: dopo la guerra di Tokyo (1970) di Nagisa ÅŒshima. Fedele all'idea che il paesaggio, in quanto specchio opprimente del potere dominante, determini la psicologia e le azioni di chi lo percorre, Wakamatsu non cerca mai la condanna dei suoi protagonisti ma, anzi, li osserva con sguardo comprensivo e compassionevole, carnefici ottusi e annoiati ma ancor prima vittime di una insostenibile disparità sociale (che sia reale o solamente percepita non fa differenza) che li conduce a un martirio gratuito e insensato. Dolente e rassegnato nei toni, il soggetto avrebbe meritato maggior sviluppo ma, dopo un incipit promettente, la sceneggiatura gira troppo a lungo a vuoto prima di incanalarsi in un finale che, nonostante sia potenzialmente incisivo, risulta frettolosamente appiccicato. Il titolo internazionale fa il verso al titolo originale del capolavoro generazionale di Nicholas Ray Rebel Without a Cause (1955), in Italia Gioventù bruciata.