Nel 1985 i Watchmen (storico gruppo di vigilanti in costume) sono ormai in pensione, fatta eccezione per Rorschach (Jackie Earle Haley) che non ha ancora appeso al chiodo la sua maschera. L'omicidio di un suo ex collega, “Il comico” (Jeffrey Dean Morgan), lo convince che qualcuno sta cercando di eliminarli uno dopo l'altro.

Tratto dal capolavoro a fumetti di Alan Moore che, come avvenuto in passato, non ha voluto il suo nome nemmeno nei credits, Watchmen è uno dei cinecomic più complessi e affascinanti che si siano mai visti sul grande schermo. Sfruttando al meglio lo spessore filosofico degli albi di Moore, Zack Snyder mette in scena un blockbuster dai toni ideologici e metafisici, adulto nei contenuti e brillante nella forma. Il regista utilizza il materiale di partenza come storyboard, aggiungendo ralenti e altre scelte stilistiche personali che arricchiscono un prodotto sorprendente, costituito da grandi picchi emotivi, tanta azione (di buona fattura) e una colonna sonora che comprende Simon and Garfunkel e Bob Dylan. Alla lunga può stancare per una certa prolissità, ma la prima parte è notevolissima e le sequenze da ricordare non mancano. Strepitosi, i titoli di testa sono il vero valore aggiunto dell'intera operazione.
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