Michelangelo

Antonioni

29 settembre 1912, Ferrara (Italia) — 30 luglio 2007, Roma (Italia)
Premi Principali
Oscar alla carriera 1995
Leone d'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia 1983
Palma d'oro al Festival di Cannes 1967
Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia 1964
Orso d'oro al Festival di Berlino 1961
Tra gli autori più importanti nella storia del cinema italiano, è tra i pochissimi registi a conseguire il primo premio nei tre festival internazionali più prestigiosi (Berlino, Cannes e Venezia). Artista intellettuale e borghese, è considerato un maestro assoluto nel trattare il disagio esistenziale, l'incomunicabilità e l'alienazione contemporanea, a partire dagli anni Sessanta (suo periodo di massimo splendore artistico). La sua poetica di rottura, di difficile fruizione per il grande pubblico dell'epoca, è citata in chiave ironica in una celebre battuta di Vittorio Gassman ne Il sorpasso (1962) di Dino Risi. Dopo una lunga frequentazione della critica cinematografica e alcune esperienze nel documentario, esordisce al cinema con Cronaca di un amore (1950), dramma sentimentale con Lucia Bosé e Massimo Girotti. La piena maturazione arriva nel 1960, quando realizza il primo capitolo della cosiddetta “Trilogia dell’incomunicabilità” e inizia il suo sodalizio artistico e sentimentale con Monica Vitti. L'avventura, Premio della giuria al Festival di Cannes nell'anno in cui trionfa La dolce vita di Fellini, è un memorabile dramma esistenziale fatto di lunghi silenzi e dialoghi rarefatti, tratti distintivi di tutto il suo cinema. Gli altri due capitoli della “trilogia” sono La notte (1961), Orso d'oro a Berlino, con Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau, e L'eclisse (1962), con Alain Delon e Monica Vitti, indagine sentimentale di valenza metafisica, Premio speciale della giuria a Cannes, che è un punto di arrivo della tendenza all'astrazione del suo autore. Vince il Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia con Il deserto rosso (1964), suo primo film a colori, interpretato da Monica Vitti e Richard Harris. Nel 1966 arriva lo straordinario Blow-Up, liberamente ispirato a un racconto di Julio Cortázar, che diventa un film-manifesto degli anni Sessanta. La sua ultima grande pellicola è Professione: reporter (1975), affascinante apologo su libertà e identità, con Jack Nicholson e Maria Schneider.
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