L'allievo

Il brillante studente americano Todd Bowden (Brad Renfro) riconosce casualmente un ex gerarca nazista (Ian McKellen), emigrato negli Stati Uniti sotto falso nome dopo la sconfitta della Germania. Inizia a ricattarlo, minacciando di rivelare il suo passato alle autorità. Tra i due si instaura un rapporto perverso in cui il vecchio ufficiale deve raccontare al ragazzo tutti i più macabri dettagli sui campi di concentramento e i cerimoniali di regime. Ma la situazione sfugge di mano a entrambi.

Tratto dal racconto Un ragazzo sveglio di Stephen King, contenuto nella raccolta Stagioni diverse, il film sfrutta il fascino mefistofelico dell'ombra del potere nazista in una sfida serrata tra incubo passato e presente sfuggente. Ma l'unico motivo di interesse è la sfida tra i due protagonisti, condotta secondo suggestive dinamiche servo-padrone (in cui l'ex aguzzino diventa succube della nuova generazione). Dopo una prima parte tesa e appassionante, il film vira verso un registro anomalo e standardizzato, perdendo le fila di un intreccio claustrofobico. Manca un pizzico di coraggio per renderlo un'operazione davvero personale. Buona atmosfera, regia competente e convincente prova di sir Ian McKellen, impegnato in un ruolo molto complesso e, sotto certi aspetti, scomodo.