Anni Sessanta. Il piccolo Mimì (Santo Polimeno) vive in una condizione di difficoltà nella campagna calabra. Il padre Nicola (Diego Abatantuono), prepotente e autoritario pretende che il figlio studi con profitto per poter uscire dalla condizione di miseria in cui si trova. Mimì, però, ha una passione molto spiccata per la corsa e si allena di nascosto con l'aiuto di Felice, un autista sciancato (Gian Maria Volonté).

Luigi Comencini racconta una fiaba prendendo spunto dalla vita di Francesco Panetta, il campione calabrese specializzato nel mezzofondo. Se da un lato il regista si concentra sull'impresa del ragazzino, dall'altro non si risparmia nell'offrire uno spaccato dell'arretratezza delle zone più depresse d'Italia, seppur ambientando il lungometraggio in un periodo relativamente distante da quello in cui è girato. Bella la contrapposizione tra Nicola e Felice, che incarnano due prospettive differenti del mondo adulto, ma la regia convenzionale, eccessivamente focalizzata sul piccolo protagonista (interpretato dal bravo esordiente Santo Polimeno), impedisce alla vicenda di diventare un appassionante racconto di formazione di ampio respiro. Premio Pasinetti per Volonté alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il film venne presentato in concorso.
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