La belva

In un'isolata fattoria della California, vive la famiglia Bridges. Il primogenito Curt (Robert Mitchum) si occupa della dimora e dell'allevamento ma, quando un feroce felino inizia a fare strage sia di uomini che di bestiame, sarà necessario e urgente cacciarlo il prima possibile.

Da un romanzo di Walter Van Tilburg Clark, una pellicola che racconta lo scontro tra una famiglia, isolata in una casa di collina circondata da campi innevati, e una belva feroce (mai inquadrata ma sempre lasciata fuori campo per amplificare il suo mistero e la sua forza tenebrosa) disposta a tutto pur di sfamarsi. Il “nemico invisibile”, così, si fa metafora di quel clima di paranoia tipico della Guerra fredda: spunto interessantissimo ma, purtroppo, il film, dopo un ottimo inizio, inizia presto a incartarsi e a ripetersi senza mai aggiungere nulla di nuovo. La tematica dell'alcoolismo, così come quella del ricambio generazionale, viene risolta in maniera troppo sbrigativa e a lungo andare la pellicola perde la grinta necessaria per mantenere alta la tensione. Notevole il lavoro del reparto fotografico, ma non basta a salvare le sorti del tutto.