Condannatemi se vi riesce!
Roxie Hart
Durata
75
Formato
Regista
A Chicago, nella dimora dei coniugi Hart, ha luogo un omicidio. L'assassino è il padrone di casa (George Chandler) ma sua moglie Roxie (Ginger Rogers), ballerina che sogna il successo, si assume la responsabilità del gesto sperando di poter ottenere fama e risonanza sui giornali.
Dopo la convincente prova di regia dimostrata in Nulla sul serio (1937), William A. Wellman insiste nuovamente sulla commedia sentimentale firmando un altro titolo degno di attenzione, anche se lievemente meno significativo del precedente. Condannatemi, se vi riesce! è un'opera frizzante e godibile che cerca di intrattenere il suo pubblico con tutti gli stilemi tipici di quegli anni: una trama esile ma ricca di spunti comici, la forza vulcanica della sua attrice protagonista (una Ginger Rogers perfetta per la parte) e un lieto fine tanto romantico quanto prevedibile. Non siamo di fronte a nulla di nuovo o di eccellente dal punto di vista del genere, eppure Wellman riesce ad apportare il suo tocco leggero e sinuoso incorniciando al meglio un prodotto in cui la mano della produzione è piuttosto palese e pesante. La critica al mondo del giornalismo e alla brama di gloria è didascalica e allo stesso tempo poco convincente, ma nel complesso la visione rimane divertente e scorrevole al punto giusto. Chicago (2002) di Rob Marshall ne è una sorta di remake.
Dopo la convincente prova di regia dimostrata in Nulla sul serio (1937), William A. Wellman insiste nuovamente sulla commedia sentimentale firmando un altro titolo degno di attenzione, anche se lievemente meno significativo del precedente. Condannatemi, se vi riesce! è un'opera frizzante e godibile che cerca di intrattenere il suo pubblico con tutti gli stilemi tipici di quegli anni: una trama esile ma ricca di spunti comici, la forza vulcanica della sua attrice protagonista (una Ginger Rogers perfetta per la parte) e un lieto fine tanto romantico quanto prevedibile. Non siamo di fronte a nulla di nuovo o di eccellente dal punto di vista del genere, eppure Wellman riesce ad apportare il suo tocco leggero e sinuoso incorniciando al meglio un prodotto in cui la mano della produzione è piuttosto palese e pesante. La critica al mondo del giornalismo e alla brama di gloria è didascalica e allo stesso tempo poco convincente, ma nel complesso la visione rimane divertente e scorrevole al punto giusto. Chicago (2002) di Rob Marshall ne è una sorta di remake.