La casa dei libri
The Bookshop
Durata
110
Formato
Regista
In una cittadine inglese sul finire degli anni Cinquanta, Florence Green (Emily Mortimer) decide di aprire una libreria. Non sarà però facile portare a termine il progetto: non solo la donna si troverà a dover combattere contro il pregiudizio degli abitanti poco propensi alla cultura, ma dovrà anche vedersela con il volere delle alte sfere.
Dopo la parentesi fantascientifica di Proyecto tiempo (2017), Isabel Coixet si cimenta in un lavoro decisamente più nelle sue corde raccontando la durissima sfida d'istruzione nella provincia inglese degli anni Cinquanta. Anche se risulta evidente il paragone con la crisi culturale odierna ed è forte la critica alle istituzioni prima ancora che alla pigrizia popolare nei confronti dell'arte, tuttavia La casa dei libri rimane un progetto stanco e pigro, incapace di sorprendere lo spettatore o di emozionarlo come dovrebbe. Lasciando da parte il finale retorico e decontestualizzato, la regista lavora con il pilota automatico per tutta la durata della pellicola, puntando la sua attenzione su una ricostruzione storica frettolosa e approssimativa nella quale i profili dei personaggi stentano a mettersi in mostra. Nessun guizzo significativo da segnalare e la prevedibile struttura narrativa rendono La casa dei libri un film monotono e ripetitivo che difficilmente potrà scaldare i cuori degli spettatori. Presentato fuori concorso alla Berlinale 2018.
Dopo la parentesi fantascientifica di Proyecto tiempo (2017), Isabel Coixet si cimenta in un lavoro decisamente più nelle sue corde raccontando la durissima sfida d'istruzione nella provincia inglese degli anni Cinquanta. Anche se risulta evidente il paragone con la crisi culturale odierna ed è forte la critica alle istituzioni prima ancora che alla pigrizia popolare nei confronti dell'arte, tuttavia La casa dei libri rimane un progetto stanco e pigro, incapace di sorprendere lo spettatore o di emozionarlo come dovrebbe. Lasciando da parte il finale retorico e decontestualizzato, la regista lavora con il pilota automatico per tutta la durata della pellicola, puntando la sua attenzione su una ricostruzione storica frettolosa e approssimativa nella quale i profili dei personaggi stentano a mettersi in mostra. Nessun guizzo significativo da segnalare e la prevedibile struttura narrativa rendono La casa dei libri un film monotono e ripetitivo che difficilmente potrà scaldare i cuori degli spettatori. Presentato fuori concorso alla Berlinale 2018.