La vita segreta delle parole
The Secret Life of Words
Durata
115
Formato
Regista
Hannah (Sarah Polley), problematica infermiera sopravvissuta alla guerra dei Balcani, raggiunge un'isolata piattaforma petrolifera per curare un operaio (Tim Robbins), ferito in un grave incidente sul lavoro e momentaneamente rimasto cieco.
Con ambizioni di partenza più alte del risultato finale, questo prolisso, banale e troppo parlato melodramma racconta dell'incontro tra due anime in qualche modo devastate dal passato, che sia quello recente dell'incidente sul lavoro o quello più radicato dei drammi di guerra. Un incontro che avviene in un contesto (la piattaforma petrolifera in via di smantellamento) fortemente connotato dalla solitudine, fattore che non è solo metafora della condizione dei due personaggi, ma che in un certo senso aiuta anche le due interiorità a riprendersi. Al di là dello svolgimento convenzionale e ben poco emozionante, il film maneggia una tematica scottante (il dramma dei sopravvissuti alle torture della guerra nei Balcani) cercando di inserirla senza scossoni nell'impianto strutturale, rischiando di rimanerne bruciato per la psicologia spicciola e per un paio d'occasioni troppo vicine al sensazionalismo e all'utilizzo ricattatorio. Superfluo. Nella colonna sonora c'è anche Paolo Conte.
Con ambizioni di partenza più alte del risultato finale, questo prolisso, banale e troppo parlato melodramma racconta dell'incontro tra due anime in qualche modo devastate dal passato, che sia quello recente dell'incidente sul lavoro o quello più radicato dei drammi di guerra. Un incontro che avviene in un contesto (la piattaforma petrolifera in via di smantellamento) fortemente connotato dalla solitudine, fattore che non è solo metafora della condizione dei due personaggi, ma che in un certo senso aiuta anche le due interiorità a riprendersi. Al di là dello svolgimento convenzionale e ben poco emozionante, il film maneggia una tematica scottante (il dramma dei sopravvissuti alle torture della guerra nei Balcani) cercando di inserirla senza scossoni nell'impianto strutturale, rischiando di rimanerne bruciato per la psicologia spicciola e per un paio d'occasioni troppo vicine al sensazionalismo e all'utilizzo ricattatorio. Superfluo. Nella colonna sonora c'è anche Paolo Conte.