Nel corso del tempo
Im Lauf der Zeit
Durata
175
Formato
Regista
Bruno “King of The Road” (Rüdiger Vogler) e Robert “Kamikaze” Lander (Hanns Zischler) si incontrano per caso lungo la frontiera fra le due Germanie dopo che Robert ha tentato il suicidio a bordo della sua auto. È l'inizio di una amicizia e di un viaggio molto particolare.
Terzo capitolo della “Trilogia della strada”, dopo Alice nella città (1973) e Falso movimento (1975), è uno dei film più affascinanti e magnetici di Wim Wenders. Smisurato nelle sue quasi tre ore di durata, introduce il tema della dualità nel già consolidato schema del road-movie wendersiano: due protagonisti maschili come le due Germanie ancora separate dalla cortina invalicabile del Muro. Il percorso geografico disegnato dalla loro rotta assume il valore simbolico di una sutura tra identità contigue, separate ma figlie della stessa Storia. Tra i due protagonisti, splendidamente incarnati nelle non-interpretazioni di Vogler e Zischler, si instaura un legame se non omoerotico sicuramente omofilico, in cui le reciproche somiglianze sono la base per la creazione di un rapporto di amicizia autentico. Laddove i dialoghi e le parole diventano rarefatti, e quasi superflui, grande importanza assume la musica, qui per la prima volta al centro dello stile e del linguaggio del regista. Girato in un magnifico bianco e nero, è anche un film in cui l'amore per il cinema assume connotazioni quasi feticistiche, nell'attenzione solerte e amorevole con cui Bruno si prende cura di vecchi proiettori e nell'omaggio di una splendida sequenza muta allo slapstick delle origini.
Terzo capitolo della “Trilogia della strada”, dopo Alice nella città (1973) e Falso movimento (1975), è uno dei film più affascinanti e magnetici di Wim Wenders. Smisurato nelle sue quasi tre ore di durata, introduce il tema della dualità nel già consolidato schema del road-movie wendersiano: due protagonisti maschili come le due Germanie ancora separate dalla cortina invalicabile del Muro. Il percorso geografico disegnato dalla loro rotta assume il valore simbolico di una sutura tra identità contigue, separate ma figlie della stessa Storia. Tra i due protagonisti, splendidamente incarnati nelle non-interpretazioni di Vogler e Zischler, si instaura un legame se non omoerotico sicuramente omofilico, in cui le reciproche somiglianze sono la base per la creazione di un rapporto di amicizia autentico. Laddove i dialoghi e le parole diventano rarefatti, e quasi superflui, grande importanza assume la musica, qui per la prima volta al centro dello stile e del linguaggio del regista. Girato in un magnifico bianco e nero, è anche un film in cui l'amore per il cinema assume connotazioni quasi feticistiche, nell'attenzione solerte e amorevole con cui Bruno si prende cura di vecchi proiettori e nell'omaggio di una splendida sequenza muta allo slapstick delle origini.