Ann (Sarah Polley) scopre di essere malata e di avere ancora pochi mesi di vita. Decide così di recuperare qualche occasione perduta, togliersi alcuni sassolini dalla scarpa e, soprattutto, lasciare una buona eredità di sé alle persone più vicine.



Melodramma sulla carta coraggioso e interessante, ma nei risultati anonimo, che si rifà (nelle concessioni al grottesco e al paradossale) alla poetica di Pedro Almodóvar (produttore), con uno stile però decisamente più asciutto e impersonale. Se le singole sequenze sono quantomeno coerenti, è il disegno complessivo a essere debolissimo, soprattutto perché la parte melodrammatica della vicenda non è ben amalgamata con il tono più fantasioso e paradossale dei momenti in cui la protagonista dà libero sfogo ai ricordi e all'immaginazione per reagire alla malattia. Opera incerta nella direzione da seguire e che, per questo, non riesce mai a coinvolgere ed emozionare davvero. Dal libro Pretending the Bed is a Raft di Nanci Kincaid.
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