L'attore George Burns rievoca una duplice maniera di film “vecchio stile”. Come Dynamite Hands, storia in bianco e nero di un aspirante avvocato (Harry Hamlin) che si dedica alla boxe per motivi familiari. O come Baxter's Beauties, amoro racconto di un produttore di Broadway (George C.Scott) sul crepuscolo della vita, vessato da una diva odiosa (Trish Van Devere) e pronto a lanciarne una di vero talento (Rebecca York).

Stanley Donen usa il collaudato mestiere per firmare una commedia acidula e satirica in due atti (più intermezzo dedicato a un finto trailer di un film ambientato durante la Prima guerra mondiale), ideata per dissacrare in maniera corrosiva il legame tra Hollywood e i generi cinematografici prediletti da Studios e pubblico negli anni Trenta. Utilizzando gli stessi nomi nei diversi segmenti, Donen dirige un film dall'appeal difficile in maniera sentita e divertente, ma in fondo resta tutto un divertito esercizio di stile, un lavoro di forma dedicato ad altre forme che tuttavia resta invischiato nelle reti di un'autoreferenzialità a tratti indigesta. Bravissimo George C. Scott. Fu un insuccesso ai botteghini.
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