I due sergenti
Durata
93
Formato
Regista
Due sergenti dell'esercito napoleonico sono stati condannati alla fucilazione per aver commesso un atto di clemenza. Uno dei due dovrà essere fucilato e la sorte avversa si abbatte su Salvoni (Gino Cervi). Questi però ottiene di poter andare a salutare per l'ultima volta la sua famiglia poiché il suo compagno e amico (Antonio Centa) si offre di rimanere come ostaggio al suo posto, garantendone il ritorno.
Tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Lorenzini, I due sergenti è un melodramma di Guazzoni che ricevette ottimi consensi di pubblico ai tempi della sua uscita. In realtà la pellicola non possiede alcuna qualità particolarmente rilevante (anzi) e si configura pertanto come un evidente caso di inspiegabile sopravvalutazione, popolare più che critica, per una volta. Il cineasta si è affermato grazie ad alcuni film storici muti, corredati da incursioni avventurose, e anche questo progetto si avvale della sua competenza nel ricreare l'ambientazione adeguata a trasportare lo spettatore in un'altra epoca. La mano di Guazzoni è però più grigia e usurata del solito: la pellicola in questione, infatti, non ha mai nessuno slancio significativo, rimane ancorata a ridosso di facili trucchi cinematografici mirati a commuovere le masse e si barcamena intorno a un lieto fine scontato e canonico, che di certo stona con il resto del tono e non ne costituisce di sicuro il degno compimento. Guazzoni osa pochissimo, preferendo non rischiare e ripararsi in lidi più che sicuri, ma inevitabilmente, anche meno interessanti, che hanno il solo merito di non aver scontentato il pubblico a suo tempo. Prima apparizione sullo schermo della futura diva Alida Valli.
Tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Lorenzini, I due sergenti è un melodramma di Guazzoni che ricevette ottimi consensi di pubblico ai tempi della sua uscita. In realtà la pellicola non possiede alcuna qualità particolarmente rilevante (anzi) e si configura pertanto come un evidente caso di inspiegabile sopravvalutazione, popolare più che critica, per una volta. Il cineasta si è affermato grazie ad alcuni film storici muti, corredati da incursioni avventurose, e anche questo progetto si avvale della sua competenza nel ricreare l'ambientazione adeguata a trasportare lo spettatore in un'altra epoca. La mano di Guazzoni è però più grigia e usurata del solito: la pellicola in questione, infatti, non ha mai nessuno slancio significativo, rimane ancorata a ridosso di facili trucchi cinematografici mirati a commuovere le masse e si barcamena intorno a un lieto fine scontato e canonico, che di certo stona con il resto del tono e non ne costituisce di sicuro il degno compimento. Guazzoni osa pochissimo, preferendo non rischiare e ripararsi in lidi più che sicuri, ma inevitabilmente, anche meno interessanti, che hanno il solo merito di non aver scontentato il pubblico a suo tempo. Prima apparizione sullo schermo della futura diva Alida Valli.