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Sky Cinema Due - 10/12 ore 19:15

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115

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Regista

Inizio anni Ottanta, Goliarda Sapienza (Valeria Golino) finisce in carcere per aver rubato impulsivamente alcuni gioielli. Quella che potrebbe sembrare una caduta è, in realtà, l’inizio di una rinascita. Tra le mura del carcere, in un luogo di esclusione e marginalità, la scrittrice entra in contatto con un gruppo di giovani detenute. Tra loro nasce un dialogo autentico, fatto di solidarietà femminile, confidenze e scambi sinceri. È un’umanità viva, bruciante, che riaccende in Goliarda la voglia di vivere e di scrivere. 

Prendendo spunto dal romanzo autobiografico L’università di Rebibbia, pubblicato nel 1983, Mario Martone racconta la differenza tra la vita all’interno delle mura del carcere e quella al di “fuori”, da cui arriva il titolo scelto per il film. La riflessione sta proprio su dove, tra questi due spazi, ci sia paradossalmente la maggiore libertà e quanto i legami creati in prigione diano vita a una forma di sorellanza che permane all’esterno: Goliarda Sapienza continua a frequentare quelle stesse donne, ormai libere anche loro e, in particolare, stringe un legame intenso con Roberta, una ragazza a dir poco esuberante, con cui condivide un’intimità e una complicità che il mondo esterno fatica a comprendere. È come se Fuori fosse un anomalo percorso di formazione, in cui la protagonista ritrova energia e desiderio di scrivere proprio attraverso quegli incontri che la portano a fidarsi sempre più della sua penna: il suo è in questo senso un cammino fatto di varie tappe, che si conclude con un finale forse un po’ frettoloso per come viene realizzato, ma indubbiamente capace di portare a compimento quel tipo di viaggio esistenziale. Martone gira con la consueta eleganza e una maturità stilistica ormai eccellente: la sua regia, i tempi di montaggio e le scelte musicali riescono a nascondere alcuni limiti di una pellicola che in alcuni passaggi sembra un po’ perdersi e soffrire di una scrittura altalenante. Nonostante questo, è un film senza dubbio da vedere anche per la notevole rappresentazione del personaggio principale: molto brava Valeria Golino, che veste i panni di Goliarda Sapienza dopo aver adattato l'anno precedente L’arte della gioia, ottima miniserie che ha scritto e diretto. Altrettanto in parte sono Matilda De Angelis e Elodie, entrambe capaci di rendere ottimamente le sfaccettature delle figure che sono state chiamate a interpretare. Presentato in concorso al Festival di Cannes.

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