Guerra Fredda. Ascesa e il declino del prodigio degli scacchi Bobby Fischer (Tobey Maguire), il quale si ritroverà invischiato nella lotta tra le due superpotenze mondiali a sfidare da solo l’impero sovietico, fino al duello finale contro Boris Spassky (Liev Schreiber).

A quattro anni da Amore e altri rimedi (2010), Edward Zwick torna alla regia con un biopic piuttosto convenzionale nella messa in scena, in cui tutti i guizzi migliori derivano più dalla sceneggiatura – come sempre quadratissima – di Steven Knight che da uno stile registico accattivante. Il racconto, anche attraverso i numerosi flashback dedicati all’infanzia tormentata del protagonista, è abile nella costruzione di un personaggio combattuto, diviso tra la voglia di primeggiare su tutto e la sua paranoia dilagante nei confronti dei sovietici, alimentata anche dalla spropositata campagna mediatica e dalla politica ossessiva di Richard Nixon. Purtroppo, Zwick si adagia su territori consolidati e prevedibili, ricalcando uno stile classico che smorza il mordente di uno script avvincente. Peccato, perché era supportato dalle ottime performance di Tobey Maguire, Liev Schreiber e Peter Sarsgaard. Mirabile la fotografia di Bradford Young; musiche di James Newton Howard. Prodotto nel 2014, il film è stato distribuito in Italia direttamente sulla piattaforma digitale Netflix nel 2017.
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