Harvest 3000 years
Mirt Sost Shi Amit
Durata
137
Regista
Uno spietato latifondista sfrutta i contadini di un villaggio etiope, contrastato solamente da Kebebe, spirito ribelle e anticonformista che non accetta di sottostare alle regole del padrone. Nonostante la passività della propria famiglia, Kebebe decide di sfidare la prepotenza del latifondista, ma sarà vittima di un incidente che cambierà radicalmente la situazione.
Dopo anni di studi negli Stati Uniti e tre pellicole “universitarie” alle spalle, Haile Gerima gira per la prima volta in Etiopia, suo paese natale, uno dei film più importanti del nuovo cinema africano. Ambientata nell'ultimo periodo del regime di Hailé Selassié, una pellicola libera e anticonformista, coraggiosa e audace tanto nel proprio sperimentalismo formale quanto nella scelta dei contenuti e di posizioni politiche nette e precise contro il colonialismo e la dittatura in un momento storico a dir poco controverso e problematico. Notevole la messa in scena sempre feconda e vitale, abile nel cercare soluzioni visive inconsuete e di grande potenza espressiva. Ostico per certi versi, anche a causa di una notevole durata, ma affascinante per come sa unire i vari registri (passando da un taglio documentarista a uno più onirico e fantastico), sorprendente e memorabile. Il film rimane tuttora inedito in Italia, malgrado il restauro eseguito dalla Cineteca di Bologna nel 2006 grazie al prezioso intervento di Martin Scorsese. Il titolo fa riferimento alla storia dell'Etiopia, terra millenaria ma sempre oppressa nonostante la propria indipendenza.
Dopo anni di studi negli Stati Uniti e tre pellicole “universitarie” alle spalle, Haile Gerima gira per la prima volta in Etiopia, suo paese natale, uno dei film più importanti del nuovo cinema africano. Ambientata nell'ultimo periodo del regime di Hailé Selassié, una pellicola libera e anticonformista, coraggiosa e audace tanto nel proprio sperimentalismo formale quanto nella scelta dei contenuti e di posizioni politiche nette e precise contro il colonialismo e la dittatura in un momento storico a dir poco controverso e problematico. Notevole la messa in scena sempre feconda e vitale, abile nel cercare soluzioni visive inconsuete e di grande potenza espressiva. Ostico per certi versi, anche a causa di una notevole durata, ma affascinante per come sa unire i vari registri (passando da un taglio documentarista a uno più onirico e fantastico), sorprendente e memorabile. Il film rimane tuttora inedito in Italia, malgrado il restauro eseguito dalla Cineteca di Bologna nel 2006 grazie al prezioso intervento di Martin Scorsese. Il titolo fa riferimento alla storia dell'Etiopia, terra millenaria ma sempre oppressa nonostante la propria indipendenza.