L'insolito caso di Mr. Hire
Monsieur Hire
Durata
81
Formato
Regista
Parigi. Il sarto Hire (Michel Blanc), il cui hobby principale è spiare la vicina di casa Alice (Sandrine Bonnaire), viene sospettato dell'omicidio di una giovane donna, soprattutto a causa del suo comportamento anomalo e inquietante in società. Amare sorprese in agguato.
Tratto dal romanzo Il fidanzamento del signor Hire di Georges Simenon, un dramma a sfondo giallo che è anche il remake di Panico (1946) di Julien Duvivier. È un circolo di weirdos quello che abita il film di Patrice Leconte: insieme al protagonista (Michel Blanc è perfetto nel dare forma lugubre e conturbante al Monsieur Hire, spaventoso anche quando gioca semplicemente a bowling senza mancare uno strike), con la sua passione per le cavie da laboratorio e l'avversione verso i bambini del vicinato, c'è anche l'ispettore di polizia (André Wilms) e la sua strana fissazione, nonché Alice (Sandrine Bonnaire), oggetto del desiderio dello sguardo lontano e morboso di Hire. Più che sul preconcetto e sull'emarginazione, il tratteggio di Leconte si concentra hitchcockianamente sul guardare e sull'essere guardati. Al di là della svolta narrativa del giallo, la regia gioca sulla distanza dell'immagine spiata e sull'impossibilità di catturarla per sempre: l'eccitazione non può essere soddisfatta nella realtà come nell'immaginazione (o nel cinema), poiché esse non coincidono mai. Asciutto, rigoroso, appena minato da un ritmo non certo esuberante: in assoluto, una delle opere più riuscite di Leconte. Musiche di Michael Nyman, che donano enfasi all'azione accennata e trattenuta; fotografia di Denis Lenoir. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Tratto dal romanzo Il fidanzamento del signor Hire di Georges Simenon, un dramma a sfondo giallo che è anche il remake di Panico (1946) di Julien Duvivier. È un circolo di weirdos quello che abita il film di Patrice Leconte: insieme al protagonista (Michel Blanc è perfetto nel dare forma lugubre e conturbante al Monsieur Hire, spaventoso anche quando gioca semplicemente a bowling senza mancare uno strike), con la sua passione per le cavie da laboratorio e l'avversione verso i bambini del vicinato, c'è anche l'ispettore di polizia (André Wilms) e la sua strana fissazione, nonché Alice (Sandrine Bonnaire), oggetto del desiderio dello sguardo lontano e morboso di Hire. Più che sul preconcetto e sull'emarginazione, il tratteggio di Leconte si concentra hitchcockianamente sul guardare e sull'essere guardati. Al di là della svolta narrativa del giallo, la regia gioca sulla distanza dell'immagine spiata e sull'impossibilità di catturarla per sempre: l'eccitazione non può essere soddisfatta nella realtà come nell'immaginazione (o nel cinema), poiché esse non coincidono mai. Asciutto, rigoroso, appena minato da un ritmo non certo esuberante: in assoluto, una delle opere più riuscite di Leconte. Musiche di Michael Nyman, che donano enfasi all'azione accennata e trattenuta; fotografia di Denis Lenoir. Presentato in concorso al Festival di Cannes.