Efisio Mulas (Ignazio Giuseppe Loi) è un pastore sardo, solitario, custode silenzioso di un tempo che sembra non esistere più. Vive da sempre tra il mare e i suoi animali, nella piccola casa dove è nato. Giacomo (Diego Abatantuono), presidente di un potente gruppo immobiliare, è deciso a trasformare quella costa in un resort di lusso.

La storia vera di un pastore sardo che ha saputo dire di no: si può riassumere così questo film di Riccardo Milani che mescola commedia e dramma, puntando però soprattutto l’attenzione sul tema della preservazione dell’ambiente e di come la tecnologia e, soprattutto, i soldi non possano comprare tutto. La difesa del territorio contro l’arrivo di una modernità spietata è da sempre uno dei temi cardine del cinema di Milani, questo importante spunto diventa anche il principale pregio di un prodotto che raggiunge a malapena la sufficienza a causa di un eccessivo schematismo narrativo. I contenuti sono pregevoli, ma l’apparato drammaturgico è troppo didascalico per poter scuotere davvero e si finisce anche per limitare il coinvolgimento emotivo. Ben scritti, comunque, i personaggi ed efficaci gli attori e le attrici che li interpretano ma non basta a offrire dei veri guizzi a un film eccessivamente piatto e monocorde. Scelto come titolo d’apertura della Festa del Cinema di Roma 2025.


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