Il posto dell'anima
Durata
106
Formato
Regista
Una fabbrica di copertoni viene acquisita da una multinazionale, che decide di chiuderla nonostante gli ottimi profitti; ma gli operai si rivoltano, guidati dal sindacalista Salvatore (Michele Placido), da Antonio (Silvio Orlando) e da Mario (Claudio Santamaria), giocando un braccio di ferro sempre più serrato con l'azienda.
Il tema del lavoro è sempre attuale, soprattutto se si parla di chiusure di fabbriche in Italia per aprire verso zone europee più convenienti e il regista Riccardo Milani, autore anche della sceneggiatura insieme a Domenico Starnone, tenta di affrontare l'argomento dalla parte di chi subisce queste decisioni. Gli spunti sono importanti, ma la carne al fuoco è decisamente troppa: la disoccupazione, le malattie provocate dal lavoro, le conseguenze sulla realtà locale, con l'aggiunta di problemi personali, disperdono la narrazione, indebolendone l'impatto, anche a causa di una regia poco incisiva. Non basta il buon cast a convincere della riuscita di un lungometraggio che si accontenta di restare solo in superficie, sprecando la possibilità di formulare un'indagine articolata su tematiche complesse e scottanti.
Il tema del lavoro è sempre attuale, soprattutto se si parla di chiusure di fabbriche in Italia per aprire verso zone europee più convenienti e il regista Riccardo Milani, autore anche della sceneggiatura insieme a Domenico Starnone, tenta di affrontare l'argomento dalla parte di chi subisce queste decisioni. Gli spunti sono importanti, ma la carne al fuoco è decisamente troppa: la disoccupazione, le malattie provocate dal lavoro, le conseguenze sulla realtà locale, con l'aggiunta di problemi personali, disperdono la narrazione, indebolendone l'impatto, anche a causa di una regia poco incisiva. Non basta il buon cast a convincere della riuscita di un lungometraggio che si accontenta di restare solo in superficie, sprecando la possibilità di formulare un'indagine articolata su tematiche complesse e scottanti.