Legami!
¡Ãtame!
Durata
111
Formato
Regista
Appena uscito dall'ospedale psichiatrico, dove ha trascorso gran parte della sua adolescenza, Ricky (Antonio Banderas) si mette sulle tracce di Marina (Victoria Abril), attrice porno e tossicodipendente, con cui aveva trascorso una notte d'amore durante una delle sue fughe.
In Légami! Pedro Almodóvar mette in scena un ibrido che spazia dal mélo al thriller per finire in commedia. La peculiarità del film risulta essere in modo evidente l'eterogeneità, che investe ambiguamente anche la struttura narrativa rendendolo un film bifronte: la riflessione metacinematografica, che domina il primo segmento, svela i trucchi del mestiere; la storia d'amore tra i due protagonisti, che si fa strada nella seconda parte della pellicola, per quanto sui generis, chiede allo spettatore di identificarsi e quindi di dimenticare la consapevolezza appena maturata. Nonostante il cineasta iberico coniughi il trattamento naturalistico del contenuto con quello antinaturalistico della forma, al film manca un'anima unitaria capace di identificarlo in modo convincente e vigoroso. E se il versante grottesco non colpisce nel segno nemmeno nella connotazione dell'eccentrico Ricky (interpretato da un bravo Antonio Banderas), allora è chiaro che i morivi di interesse sono ben pochi. L'happy end finale, inoltre, getta sull'intero prodotto una certa dose di ambiguità che in questo caso risulta quanto mai fuorviante.
In Légami! Pedro Almodóvar mette in scena un ibrido che spazia dal mélo al thriller per finire in commedia. La peculiarità del film risulta essere in modo evidente l'eterogeneità, che investe ambiguamente anche la struttura narrativa rendendolo un film bifronte: la riflessione metacinematografica, che domina il primo segmento, svela i trucchi del mestiere; la storia d'amore tra i due protagonisti, che si fa strada nella seconda parte della pellicola, per quanto sui generis, chiede allo spettatore di identificarsi e quindi di dimenticare la consapevolezza appena maturata. Nonostante il cineasta iberico coniughi il trattamento naturalistico del contenuto con quello antinaturalistico della forma, al film manca un'anima unitaria capace di identificarlo in modo convincente e vigoroso. E se il versante grottesco non colpisce nel segno nemmeno nella connotazione dell'eccentrico Ricky (interpretato da un bravo Antonio Banderas), allora è chiaro che i morivi di interesse sono ben pochi. L'happy end finale, inoltre, getta sull'intero prodotto una certa dose di ambiguità che in questo caso risulta quanto mai fuorviante.