Passato e presente
O passado e o presente
Durata
115
Formato
Regista
Vanda (Maria de Saisset) è capace di amare i suoi mariti soltanto dopo che sono morti. Da vivi, li trova insopportabili, mentre da defunti li rimpiange.
Curioso divertissement intellettuale, che parla di doppio, gemelli, uomini vivi e uomini morti che spesso si confondono gli uni con gli altri. Al centro, una donna perennemente insoddisfatta dell'uomo che le sta accanto: chiunque sia, a turno, non può andare bene perché è l'idea stessa di avere un marito in vita a rendere fredda e insofferente la protagonista. De Oliveira si diverte rendendo complicato il gioco a incastri narrativo – che prende spunto dall'omonima commedia di Vicente Sanches – e gioca con lo spettatore nel cercare di capire dove finisca la verità e inizi la finzione. Tante trovate e un pizzico di sano sarcasmo contro il mondo borghese: le intenzioni sono lodevoli e l'intrattenimento non è niente male se si sta alle regole, ma a lungo andare si mostra una certa ripetitività e qualche passaggio è piuttosto inconcludente. Comunque efficace nella confezione, Passato e presente è il primo lungometraggio con cui il regista ottenne un buon riscontro internazionale e il primo capitolo della “Tetralogia degli amori frustrati”, che proseguirà con Benilde o la vergine madre (1975), Amore di perdizione (1978) e Francisca (1981).
Curioso divertissement intellettuale, che parla di doppio, gemelli, uomini vivi e uomini morti che spesso si confondono gli uni con gli altri. Al centro, una donna perennemente insoddisfatta dell'uomo che le sta accanto: chiunque sia, a turno, non può andare bene perché è l'idea stessa di avere un marito in vita a rendere fredda e insofferente la protagonista. De Oliveira si diverte rendendo complicato il gioco a incastri narrativo – che prende spunto dall'omonima commedia di Vicente Sanches – e gioca con lo spettatore nel cercare di capire dove finisca la verità e inizi la finzione. Tante trovate e un pizzico di sano sarcasmo contro il mondo borghese: le intenzioni sono lodevoli e l'intrattenimento non è niente male se si sta alle regole, ma a lungo andare si mostra una certa ripetitività e qualche passaggio è piuttosto inconcludente. Comunque efficace nella confezione, Passato e presente è il primo lungometraggio con cui il regista ottenne un buon riscontro internazionale e il primo capitolo della “Tetralogia degli amori frustrati”, che proseguirà con Benilde o la vergine madre (1975), Amore di perdizione (1978) e Francisca (1981).