Mi piace lavorare (Mobbing)

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89

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Anna (Nicoletta Braschi) si dedica con dedizione alla contabilità di un'azienda appena assorbita da una multinazionale. Madre single, con un padre malato di cui occuparsi, con molti sacrifici riesce a mantenere un equilibrio, forte del fatto che le piace la sua occupazione. Il nuovo organico, però, la relega a ruoli sempre più degradanti, mettendola in costante difficoltà.

Una pellicola coraggiosa che affronta una delle problematiche più vergognose (e taciute) del mondo del lavoro. Francesca Comencini sceglie di focalizzare la propria attenzione sulla questione, senza perdersi in narrazioni secondarie, mostrando sì la difficile vita della protagonista al di fuori del lavoro, ma al solo scopo di raccontare le molte implicazioni che un simile disagio può generare. Lo stile è essenziale, quasi documentaristico, così da incrementare la sensazione di realtà: a tratti può apparire un po' scolastico nella sua messinscena, ma il risultato finale è piuttosto efficace. Discreta prova di Nicoletta Braschi, in una delle sue interpretazioni migliori: asciutta, concentrata e credibile. Presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino, dove si è aggiudicato il Premio della giuria ecumenica.
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