
Mission
The Mission
Durata
125
Formato
Regista
Sud America, 1750. Il mercenario e mercante di schiavi don Rodrigo Mendoza (Robert De Niro) decide di rinchiudersi in una cella della prigione locale per lasciarsi morire di inedia; a tormentare il suo animo, il terribile senso di colpa generato dall'aver assassinato il fratello Felipe (Aidan Queen). Seguirà Padre Gabriel (Jeremy Irons) presso una missione gesuita e qui si schiererà dalla parte degli indios contro gli invasori, portando loro il messaggio cristiano.
Palma d'oro (generosa) al 39° Festival di Cannes, Mission è una pellicola che convince, pur senza entusiasmare, per le tematiche che affronta e per un cast in ottima forma: De Niro è magistrale nel passare da duro e cinico schiavista a pacato e sereno uomo convertito nella fede e nel suo animo; Jeremy Irons eccelle nelle vesti del missionario vero portatore di pace e amore, che rifugge la violenza e le armi anche quando tutto attorno è morte e pericolo (magnifico il confronto tra i due mostri sacri del loro calibro). Impreziosiscono il tutto la colonna sonora d'impatto, siglata dal maestro Ennio Morricone, l'ottimo montaggio e la stupenda fotografia di Chris Menges premiata con un Oscar. Ambizioni delicate e complesse, affrontate in modo ragionato, per un film che alterna sequenze di azione o dalla grande suggestione visiva con altre riflessive e introspettive di quel dramma che fu lo sfruttamento e il conseguente sterminio di quelle popolazioni pre-colombiane. Le emozioni non mancano, ma a discapito del film va considerata la sensazione di aver calcato un po' la mano (posizioni ideologiche fin troppo marcate) nel tentativo di colpire le coscienze. Un maggior equilibrio e qualche sfumatura in più non avrebbero guastato, se sostituite a una spettacolarizzazione meno ostentata. Un po' prolisso, inoltre, seppur sia dotato di un più che discreto respiro estetico dall'inizio alla fine. Scritto da Robert Bolt.
Palma d'oro (generosa) al 39° Festival di Cannes, Mission è una pellicola che convince, pur senza entusiasmare, per le tematiche che affronta e per un cast in ottima forma: De Niro è magistrale nel passare da duro e cinico schiavista a pacato e sereno uomo convertito nella fede e nel suo animo; Jeremy Irons eccelle nelle vesti del missionario vero portatore di pace e amore, che rifugge la violenza e le armi anche quando tutto attorno è morte e pericolo (magnifico il confronto tra i due mostri sacri del loro calibro). Impreziosiscono il tutto la colonna sonora d'impatto, siglata dal maestro Ennio Morricone, l'ottimo montaggio e la stupenda fotografia di Chris Menges premiata con un Oscar. Ambizioni delicate e complesse, affrontate in modo ragionato, per un film che alterna sequenze di azione o dalla grande suggestione visiva con altre riflessive e introspettive di quel dramma che fu lo sfruttamento e il conseguente sterminio di quelle popolazioni pre-colombiane. Le emozioni non mancano, ma a discapito del film va considerata la sensazione di aver calcato un po' la mano (posizioni ideologiche fin troppo marcate) nel tentativo di colpire le coscienze. Un maggior equilibrio e qualche sfumatura in più non avrebbero guastato, se sostituite a una spettacolarizzazione meno ostentata. Un po' prolisso, inoltre, seppur sia dotato di un più che discreto respiro estetico dall'inizio alla fine. Scritto da Robert Bolt.